Viaggiare in aereo senza alcuna destinazione

In seguito alla necessaria sospensione a livello globale dei voli aerei imposti per contenere la diffusione della pandemia di Covid-19, alcune compagnie aeree nel tentativo di arginare le ingenti perdite, hanno escogitato, “Flights to nowhere”, i viaggi senza destinazione.

Diventati una tendenza, anche se non è un fenomeno massicciamente diffuso, alcune compagnie aeree soprattutto nell’aria Asia-Pacifico vengono aggiunte alla lista di giorno in giorno, dando agli appassionati di aviazione la possibilità di decollare e rientrare sullo stesso aeroporto dopo circa un volo di una o due ore. Si tratta di una “manovra” singolare, sia per la compagnia sia per i suoi passeggeri, il cui scopo è anche quello di permettere ai piloti di evitare di perdere le proprie licenze di volo.

A far da “apri pista” è stata la compagnia aerea Taiwanese, Eva Air, con un A 330 con la livrea di “Hello Kitty Dream”, che, trasformando l’aeromobile in una sorta di caffetteria, ha deciso di offrire viaggi emozionali a tutti i passeggeri che non vedono di nuovo l’ora di rimettere piede su un aereo, non prima di aver effettuato il Check-in e i controlli di sicurezza. La maggior parte di questi voli, hanno sorvolato città come Hong Kong, Sydney e Taipei, dove si concentrano le visite turistiche su monumenti famosi e da dove si possono scorgere le catene montuose che si estendono da Hualien City a nord a Taitung City a sud. La Royal Brunei Airlines, organizza voli sul Borneo, dove viene servita un’elegante cena.

La compagnia giapponese, Air Nippon Airways, offre ai passeggeri un volo di 90 minuti da e per Tokyo tutto a tema hawaiano. Anche la Qantas, compagnia aerea australiana, si è adoperata per introdurre questi voli con i biglietti andati a ruba nel giro di pochi minuti con prezzi che oscillano tra 480 e 2.300 euro. Per molti questo modello di business risulta essere una scelta assurda, visto l’impatto sulla tutela dell’ambiente e del clima, in contrasto con le misure adottate in tutto il mondo per ridurre le emissioni di Co2.

Probabilmente un tentativo di uscire dal ciclone della crisi da Coronavirus che sta portando inevitabilmente alla chiusura di quasi tutte le compagnie aeree mondiali.

Fabio Gigante

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