Carceri troppo affollate e dati drammatici sul numero di suicidi dietro le sbarre: è quanto denuncia il Comitato Esistono i Diritti, Comitato transpartitico.
Il periodo elettorale era certamente un momento propizio, sfuggito di mano a quanti credono ancora che il carcere sia solo questione di (non) consensi, per affrontare in maniera definitiva quello che è ormai costituisce un problema endemico: il sovraffollamento delle carceri.
Nel rapporto di metà anno sulle condizioni detentive nei penitenziari italiani, condotto dall’associazione Antigone, sono 53 i casi di suicidio all’interno delle mura carcerarie; pochi in meno rispetto a quelli registrati complessivamente l’anno precedente, pari a 61.
L’istituto dove sono avvenuti più casi di suicidio dall’inizio dell’anno è la casa circondariale di Foggia con quattro decessi. Seguono con tre suicidi ognuno, le Casi Circondariali di Milano San Vittore, Monza e Roma Regina Coeli. Con due suicidi vi sono poi la casa di reclusione di Palermo Ucciardone e le case circondariali di Ascoli Piceno, Genova Marassi, Pavia, Piacenza, Terni, Torino.
Il nostro Paese si conferma tra quelli con le carceri più affollate dell’Unione Europea, secondo solo a Romania, Grecia, Cipro e Belgio.
Secondo i dati aggiornati al 30 giugno scorso, il tasso di affollamento ufficiale delle carceri italiane è del 107,7%, con 54.841 detenuti presenti a fronte di una capienza regolamentare di 50.900 posti, ma, come rileva l’associazione Antigone, nei vari istituti sul territorio nazionale ci sono al momento 3.665 posti non disponibili: il sovraffollamento effettivo sale, dunque, al 112% e il 25% dei penitenziari supera il 150%, con picchi oltre il 190% a Latina e Milano San Vittore.
I detenuti in attesa di primo giudizio restano in custodia cautelare nelle carceri italiane mediamente 7,6 mesi, dove la media nell’Unione Europea è pari a 5,2. Guardando al personale, se mediamente nelle carceri dell’Unione Europea vi è un poliziotto ogni 3,9 detenuti, in Italia ogni poliziotto deve occuparsi di solo 1,6 detenuti.
Per quanto invece riguarda il personale che si occupa delle attività dei detenuti, esso è il 3,6% del personale che fa capo alle amministrazioni penitenziarie in Unione Europea, mentre in Italia è il 2%.
Carenti anche nelle nostre carceri gli specialisti psichiatri e psicologi rispetto alla media nazionale. Sia nel 2021 che nel 2022, la media si attesta intorno alle 10 ore settimanali ogni 100 detenuti per gli psichiatri e intorno alle 20 ore settimanali ogni 100 detenuti per gli psicologi. Gli ultimi dati disponibili mostrano ad esempio che Palermo , Monza e Foggia hanno una presenza molto inferiore di entrambi gli specialisti (Palermo: 5,1 ore gli psichiatri, 5,1 ore gli psicologi; Monza: 6,4 ore gli psichiatri, 9,6 ore gli psicologi; Foggia: 3,4 ore gli psichiatri; 10 ore gli psicologi).
Come dichiara Gaetano D’Amico, fondatore e copresidente del Comitato Esistono i Diritti “In tutta Italia, Sicilia compresa, si registrano condizioni inumane e degradanti, assenza di risorse e la perdurante prevalenza di una visione carcerocentrica che finiscono per annientare, già in partenza, il principio costituzionale che imprime al carcere, e più in generale ad ogni modalità di espiazione della pena, una finalità rieducativa”.
Continua D’Amico “Il nostro appello al Sindaco di palermo Prof. Lagalla è quello di dar vita alla nomina urgente del Garante comunale dei diritti dei detenuti, figura atta a coadiuvare il Garante regionale Prof. Giovanni Fiandaca; abbiamo già chiesto e sollecitato un incontro che speriamo avvenga presto“.
Caterina Guercio