Toccami, l’assenza di un abbraccio diventa arte
Una collettiva che, allestita in una strada del centro storico di Palermo, parla del disagio dei giovani durante il lockdown.
La collettiva resterà visitabile, fino al 30 settembre, nei saloni di Palazzo del Poeta, in via Seminario Italo Albanese
Dieci artisti under diciotto, provenienti da tutta Italia, che attraverso dieci opere raccontano a Palermo il disagio e le sensazioni sperimentate durante il lockdown.
Si chiama “Toccami, l’assenza di un abbraccio diventa arte”, la collettiva che è stata inaugurata ieri sera, alla presenza del vicesindaco Fabio Giambrone, in via Seminario Italo Albanese a Palermo.
La mostra sarà visitabile nei saloni di Palazzo del Poeta, (Via Seminario Italo Albanese, 20), fino al 30 settembre, ogni giorno, dalle 16 alle 20, con ingresso contingentato su prenotazione al numero +39 389 10 72 495.
La collettiva nasce da un’idea di Rosa Di Stefano e vede protagonisti i lavori di dieci giovani che raccontano attraverso la loro arte il periodo del lockdown.
“Come curatore della collettiva – dice Rosa Di Stefano – ho voluto che a far da crogiuolo a questa mostra che porta il grido proprio degli adolescenti, fosse un ragazzo palermitano under diciotto e che come tutti i suoi coetanei ha sperimentato in prima persona quella sensazione di solitudine e isolamento che ha generato nei giovani il periodo del lockdown.”
Il suo nome è Daniele Ficarra, diciassette anni, studente del liceo linguistico Ninni Cassarà. “In questo particolare momento storico ci siamo resi conto della vulnerabilità di noi giovani.
Nell’età descritta da tutti come la più bella che ci sia, nell’età più fiorente e dello sviluppo, un giovane ha assistito improvvisamente ad una pausa temporale che ha portato incertezza sul futuro”, spiega Daniele, che prosegue: “Abbiamo dovuto fare i conti con la privazione di un abbraccio, di uno scambio umano, di un momento di socialità. I nostri sogni sembravano svaniti. Oggi che pian piano stiamo tornando alla normalità ci sembra giusto raccontare ciò che abbiamo vissuto, per fare memoria, nella speranza che tutto ciò possa non ripetersi più”, conclude il giovane curatore.
Ogni nome delle dieci opere, già da solo, basta per raccontare queste sensazioni. C’è, infatti, “Ostacolo” di Gianluca Bisconti, “Diciannove” di Hybla di Giacomo, ma anche “E ti vengo a cercare”, opera realizzata da Asia Tirelli, 17 anni, proveniente da un piccolo paesino dell’Emilia Romagna, che spiega:“In un paesino veramente piccolo, come quello da dove provengo, il senso di isolamento è stato ancora più evidente”. E poi c’è “Tuffo”, opera di Giovanna Bagarello, che racconta “l’attimo che precede l’abbraccio di due amanti. Un abbraccio che è stato bruscamente interrotto dalla pandemia e dal lockdown e che quindi è quasi rimasto in sospeso”, ha spiegato la giovane artista.
E poi c’è “Repressione”, opera nella quale la giovane Irene Cuccia racconta il come ha immaginato il contatto con l’altro in un momento in cui questo semplice gesto non era possibile.
“L’espressione artistica doveva anche essere associata a quella poetica – prosegue Rosa Di Stefano – così da rendere ancora più penetrante il messaggio che vogliono trasmettere le singole opere”. Ecco dunque che le poesie del giovane e talentuoso poeta calabrese Vincenzo Celia (classe 2001), scritte ad hoc per ciascuna opera, “lasceranno un segno difficile da rimuovere” come dichiarano gli stessi artisti.
Questo evento può essere considerato il suo vero debutto come poeta.
L’artista Riccardo Pieraccioni , invece, ha realizzato un’installazione estemporanea dal titolo “Sotterrami/Quia pulvis es, et in pulverem reverteris”.
“Il titolo è ispirato alla celebre frase polvere sei e polvere ritornerai. Noi, infatti, siamo nati dalla cenere e quando moriremo ritorneremo cenere”, spiega l’artista, che sottolinea: “La cenere è ciò che ci connette con l’infinito del tempo, perché è l’unico elemento che resta sempre lì, segno che questa solitudine, questa sensazione, in qualche modo, resterà per sempre”, conclude Riccardo Pieraccioni.
Gli artisti e le opere
Giovanna Bagarello: “Il tuffo”
Asia Tirelli: “E ti vengo a cercare”
Maria Pia Sesta: “Radici”
Gianluca Bisconti: “Ostacolo”
Riccardo Pieraccioni: “Sotterrami/Quia pulvis es, et in pulverem reverteris”
Gabriele Sergio Tammaro: “In cima agli alberi, in fondo alle caverne”
Fabiana di Maria: “Declino”
Roberta Russo: “Avverso”
Irene Cuccia: “Repressione”
Hybla di Giacomo: “Diciannove”