Morte di Ramy Elgaml: la Procura conferma la regolarità dell’inseguimento dei Carabinieri
L’operazione della polizia giudiziaria ritenuta conforme ai protocolli, ma restano aperte indagini su possibili depistaggi
18 gennaio 2025 – La Procura di Milano ha chiarito che, nell’ambito dell’inseguimento avvenuto lo scorso 24 novembre, che ha portato alla morte del 18enne Ramy Elgaml, i Carabinieri non hanno violato alcun protocollo operativo né norme penali. Secondo le ultime dichiarazioni degli inquirenti, l’azione delle forze dell’ordine si è svolta nel rispetto delle procedure previste per la polizia giudiziaria, conformemente all’articolo 55 del codice di procedura penale.
Le indagini sulla dinamica dell’incidente
Sebbene la condotta dell’inseguimento sia stata considerata regolare, la Procura continua a indagare sulle fasi finali dell’operazione, con particolare attenzione agli eventi immediatamente successivi all’incidente. Il carabiniere alla guida dell’auto di servizio coinvolta nello scontro è attualmente indagato per omicidio stradale, così come Fares Bouzidi, il conducente dello scooter su cui viaggiava la vittima.
Parallelamente, l’inchiesta si è allargata su altri aspetti che potrebbero configurare eventuali reati di depistaggio e favoreggiamento personale. In particolare, due carabinieri risultano indagati con l’accusa di aver cancellato un video registrato da un testimone, prova che avrebbe potuto fornire dettagli cruciali sulla dinamica dello schianto.
La Procura smentisce le accuse della sinistra e dell’ex capo della Polizia Gabrielli
Questa dichiarazione della Procura di Milano smentisce le accuse mosse nei giorni scorsi dall’ex capo della Polizia Franco Gabrielli, oggi consulente del sindaco di Milano Giuseppe Sala del Partito Democratico. Gabrielli e parte della sinistra avevano infatti puntato il dito contro i Carabinieri, definendoli assassini. Un’accusa gravissima, che adesso si rivela priva di fondamento.
La strumentalizzazione politica della morte di un giovane per attaccare il Governo e le forze dell’ordine si è rivelata indegna. Chi ha diffamato l’Arma dovrà ora rispondere delle proprie responsabilità, mentre la Procura continua a lavorare per far emergere la verità su tutti gli aspetti della vicenda.
Nessuna irregolarità nell’inseguimento, ma dubbi sulla gestione delle prove
Il nodo centrale dell’indagine riguarda quindi non tanto la legittimità dell’inseguimento, che la Procura ha ritenuto conforme ai protocolli, ma piuttosto il comportamento di alcuni militari nelle fasi successive all’incidente. L’attenzione degli investigatori si concentra sulla gestione delle prove, un elemento determinante per stabilire eventuali responsabilità.
Mentre le perizie tecniche proseguono, la vicenda continua ad alimentare il dibattito sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine e sulle dinamiche degli inseguimenti di polizia nelle aree urbane. La famiglia di Ramy Elgaml chiede giustizia e verità su quanto accaduto, mentre la Procura di Milano si prepara a fornire ulteriori aggiornamenti nei prossimi giorni.