“Dalla Palermo delle lapidi ai giorni nostri. Viaggio tra luci e ombre tra contraddizioni e riscatto” è il tema della mostra fotografica di Claudio Pezzillo dal titolo “Strada Facendo” inaugurata ieri pomeriggio a Palermo presso ”Interno65 – Spazio Contemporaneo”. Attraverso immagini riflesse nelle vetrine Pezzillo ha documentato la storia della città di Palermo, tra monumenti ed esistenze che si stratificano. Un racconto per immagini che si lega a un incontro intorno al significato di memoria, riscatto e legalità. La mostra è stata presentata da Laura Francesca Di Trapani (storica dell’arte e curatrice). Hanno dialogato: Marcello Alessandra (psichiatra – scrittore), Francesco Bertolino (Ass. Partecipalermo), Felice Cavallaro (inviato Corriere della Sera), Santi Consolo (ex magistrato), Carmine Mancuso (presidente Ass. per onorare le vittime di mafia). Ospiti della serata il Maestro Mario Renzi ed il cantautore Alessio Alessandra.
Erano presenti: l’ex prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, il Direttore Marittimo della Sicilia Occidentale, Contrammiraglio Raffaele Macauda, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, Generale di Brigata Domenico Napolitano, in rappresentanza del Comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo, Luciano Magrini era presente il Maggiore Simone Calabro, Comandante della Compagnia di San Lorenzo, l’Ispettore Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Ezio Buzzi ed il Cav. Prof. Manlio Corselli.
“L’idea nasce dopo il Covid, – ricorda l’autore Claudio Pezzillo – durante questo periodo uscivo da casa, guardavo e commentavo una città vuota…attraverso queste passeggiate ho notato che le vetrine rispecchiavano i palazzi, i monumenti, le chiese che c’erano attorno e le targhe dei nomi dei caduti per mano mafiosa … Gli scatti delle targhe, rappresentano, in particolare, un modo personale per raccontare e combattere la criminalità mafiosa, evitando così che le vittime di mafia vengano dimenticate con il passare del tempo. Un racconto amaro ma che ha uno scopo ben preciso. Da ragazzino, appassionato di questa scatoletta chiamata macchina fotografica, riuscii ad avere una e comincia a giocarci… e giocando, giocando adesso mi trovo qui ad esporre le mie foto…Ma il mio lavoro – conclude Pezzillo – aveva a che fare in parte con la fotografia nel senso che fotografavo l’interno dei corpi delle persone in quanto lavoravo presso uno studio di radiologia da Finazzo e Pezzillo, mio zio. Oggi le fotografo da fuori…”.
“Abbiamo voluto affermare e confermare il primato della memoria – dichiara Carmine Mancuso presidente dell’associazione per onorare le vittime di mafia – nella misura in cui i nostri eroi i nostri caduti di mafia hanno due esigenze quello che si faccia giustizia che tarda avvenire e che poi non vengano mai dimenticati. Perché chi ha subito questo dolore non potrà mai offuscare questa memoria ma le nuove generazioni molte cose non le sanno e allora bisogna essere con la guardia alzata affinchè il fenomeno mafioso non si possa mai espandere ed allargare più di tanto. Il contesto è che Palermo per dire è bagnata dal mare ma anche bagnata dalle lacrime…allora noi dobbiamo fare in modo che questa memoria possa fare da ostacolo, da argine al potere mafioso e quindi quale migliore occasione di esprimerlo con l’arte…non siamo magistrati, – conclude il presidente Mancuso – non apparteniamo alle forze dell’ordine ma siamo cittadini, società civile e quindi lo esprimiamo con l’arte e la cultura”.
Fabio Gigante