PALERMO – L’Università degli Studi di Palermo ha recentemente completato un importante progetto di conservazione presso il Carcere dell’Inquisizione allo Steri. Questo intervento, del valore di 300.000 euro, si è concentrato sulla preservazione dei dipinti realizzati dai prigionieri del Santo Uffizio sulle pareti delle celle tra il XVII e il XIX secolo. Questi affreschi rappresentano un patrimonio culturale inestimabile, testimonianza delle sofferenze di oltre seimila prigionieri dell’Inquisizione spagnola in Sicilia.
Il cuore del progetto è un sofisticato sistema di climatizzazione installato in tre celle al piano terra del museo. Questo impianto è progettato per mantenere condizioni ambientali ottimali, con un’umidità relativa del 65% e una temperatura non inferiore ai 20°C. Un aspetto innovativo del sistema è l’uso di indicatori luminosi: una luce blu sopra la porta automatizzata segnala un tasso di umidità troppo alto, mentre una spia arancione indica livelli troppo bassi. Il sistema monitora costantemente anche la temperatura e i livelli di CO2, adattandosi automaticamente alle variazioni climatiche esterne per preservare il microclima ideale.
Oltre al controllo climatico, sono stati effettuati interventi strutturali utilizzando speciali malte per contrastare l’umidità di risalita, che minacciava di sgretolare l’intonaco. Il progetto include anche rigorose linee guida per le visite guidate, come l’ingresso di piccoli gruppi ogni 20-30 minuti e l’apertura limitata delle porte automatiche, per minimizzare l’impatto ambientale dei visitatori.
Il rettore dell’Università, Massimo Midiri, ha sottolineato l’importanza di questo intervento, evidenziando l’impegno dell’ateneo nella tutela del patrimonio culturale di Palermo. Questo progetto non solo preserva un tesoro storico inestimabile, ma lo rende accessibile alla comunità, allineandosi con la missione dell’università di diffondere conoscenza e cultura.
Parallelamente, l’università ha presentato un ambizioso piano di restauro per il giardino trecentesco dei Chiaromonte, parte del complesso monumentale dello Steri. Questo progetto, del valore complessivo di circa 8,5 milioni di euro, mira a riportare il giardino al suo antico splendore. La prima fase, con un budget di 2 milioni di euro, si concentrerà sul restauro del “Viridarium”, una magnifica sala un tempo utilizzata per le riunioni riservate dei Chiaromonte, e sulla demolizione di alcuni magazzini ottocenteschi per recuperare le arcate trecentesche originali.
Il progetto del giardino è particolarmente significativo perché mira a recuperare un’area che nel corso dei secoli è stata nascosta e alterata da costruzioni successive. Gli scavi archeologici hanno già portato alla luce alcuni archi acuti originali e l’antica pavimentazione in cotto. L’obiettivo finale è di liberare completamente il giardino e la vicina chiesa di Sant’Antonio Abate dalle strutture ottocentesche, creando nuovi spazi museali nell’ex deposito della manifattura tabacchi.
Antonio Sorce, dirigente dell’area tecnica dell’Ateneo, ha evidenziato come questo progetto sia parte di un più ampio percorso di recupero storico, che mira a riconnettere lo Steri con il quartiere della Kalsa, aprendo nuovi spazi alla città e all’università.
La presentazione ha incluso anche una visita al nuovo allestimento del Munipa, il museo all’interno dello Steri che ospita tesori delle collezioni universitarie. Tra le opere esposte, spicca “L’erbolario I Discorsi di Pietro Andrea Matthioli”, un’importante opera botanica del XVI secolo, presentata per la prima volta al pubblico. Il museo espone anche modelli botanici tridimensionali della famiglia Brendel, strumenti didattici innovativi del XIX secolo, e pregiati modelli anatomici in cera e cartapesta.
Il tour si è concluso con la presentazione del progetto di restauro della scala progettata da Carlo Scarpa, che sarà realizzato da Fabio Lombardo, collaboratore di Scarpa negli anni ’70. Questo intervento mira a ripristinare la visione originale di Scarpa, eliminando aggiunte successive come i parapetti in vetro.
Il rettore Midiri ha concluso sottolineando l’ambizione di trasformare lo Steri in uno dei poli museali più importanti dell’area metropolitana di Palermo. Con gli interventi in corso e futuri, l’università spera di portare alla luce ulteriori opere, confermando il valore internazionale di questo complesso monumentale Chiaramontano.