SICILIANI LIBERI CONDANNA L’ECCIDIO DI CIVILI A GAZA
Un appello alla Pace e alla Solidarietà nei confronti del popolo Palestinese
Il comunicato che segue vuole esprimere la necessità di non tacere di fronte a eventi storici cruciali, come il conflitto arabo-israeliano. Il Movimento condanna le azioni del governo israeliano, in particolare l’assedio di Gaza e le violazioni dei diritti umani.
Siciliani liberi sottolinea la distinzione tra il governo israeliano e il popolo israeliano, invitando alla pace, al riconoscimento dello Stato di Palestina e al cessate il fuoco. Nel complesso, il testo invoca la solidarietà con i popoli oppressi e chiede un impegno per porre fine alla violenza e al conflitto.
Il testo integrale:
Ci sono dei momenti nella storia in cui non si può tacere senza passare alla memoria come complici. E noi, per quanto la guerra arabo-israeliana possa sembrare relativamente lontana dal nostro territorio naturale, vogliamo marcare la nostra netta presa di distanza dal vigliacco doppiopesismo di tutte le cancellerie occidentali; cancellerie irresponsabili, poco lucide, che sembrano correre verso le provocazioni e l’abisso di un conflitto nucleare mondiale.
Non si tratta, in questo momento, di ripercorrere tutte le fasi di questa tragedia che si trascina ormai da più di un secolo, anche se crediamo di avere le idee molto chiare sui reali termini del problema.
Si tratta di porre termine ad una serie inaudita di crimini mostruosi contro l’umanità; crimini che stanno facendo impallidire persino i peggiori ricordi della II Guerra Mondiale.
Nessuna difesa da azione terroristica può giustificare le affermazioni e azioni disumane del Governo Israeliano: radere al suolo Gaza, togliere acqua, cibo, gas, luce a milioni di esseri umani, colpire ospedali, luoghi di culto e abitazioni civili, praticare la punizione collettiva e la pulizia etnica. E, nel frattempo, in spregio a qualunque norma di diritto internazionale, bombardare paesi vicini con il pretesto (si trova sempre) che sarebbero “basi di terroristi”.
Noi non cadiamo nella spirale dell’odio, e non diamo la colpa agli Israeliani in quanto tali, sebbene molti in Israele siano oggi accecati dall’arroganza, dall’odio o semplicemente dalla propaganda. Non diamo la colpa a Israele in quanto tale, dove c’è anche tanto dissenso su quanto sta avvenendo, e men che mai alla religione ebraica, che anzi tra i suoi più ferventi praticanti si sta mostrando più lungimirante delle cancellerie NATO.
Noi accusiamo il Governo Israeliano, che è diverso, di essere un governo criminale, esecrato dal mondo intero.
Non dimentichiamo che Israele ha diritto a vivere nei confini internazionalmente riconosciuti, quelli del 1948, purché riconosca che quei confini sono dovuti per mero diritto di conquista, che quei confini sono fondati sulla Nakba, cui devono riparazione morale ed economica, che in quei confini vivono cittadini di etnia araba, che hanno diritto a non essere cittadini di Serie B.
Ma fuori da quei confini, dal 1967, Israele occupa la Palestina, stato riconosciuto da quasi tutto il mondo, tranne che dalla cricca sionista-Nato, sempre più isolata. Oggi la Palestina sarebbe un paese ONU, se gli USA non mettessero il veto, su telecomando israeliano. Di fronte alle continue violazioni del diritto internazionale, i Palestinesi hanno diritto di difendersi, anche con le armi, purché non si macchino di delitti contro la popolazione civile israeliana. Ma, anche quando oltrepassano questa linea rossa, solo i responsabili devono essere puniti o neutralizzati, non un multiplo infinito di innocenti. Questo è crimine, delinquenza, e ipocrisia.
Noi con questa cricca di delinquenti non abbiamo nulla a che fare. Noi, vittima di una forma di colonialismo interno, aggiogati a quello che il mondo ormai identifica come “L’Impero del Male”: NATO, UE, “Occidente/Uccidente”, solidarizziamo con tutti i popoli senza stato oppressi.
E ci uniamo al grido unanime del mondo intero: Cessate il fuoco! Fate entrare gli aiuti umanitari! Sciogliete l’assedio di Gaza, che dura dal 2005! Avviate subito trattative di pace e riconoscete lo Stato di Palestina! Se ci giriamo dall’altra parte di fronte alle tragedie altrui non potremo mai lamentarci che altri un giorno faranno con noi lo stesso.