Dalla fine della guerra con la Russia alla riconsiderazione dell’Agenda 2030, l’elezione di Trump potrebbe aprire nuove prospettive per la Sicilia. Ma restano le sfide: dialogo diretto con gli USA e lotta continua per l’autodeterminazione.
Siciliani Liberi saluta la vittoria di Trump, ma soprattutto la sconfitta della Harris, come una disfatta epocale del globalismo, il nemico principale dell’umanità, il pericolo principale per la pace nel mondo, la fucina di tutti i peggiori distopismi. Intanto le nostre congratulazioni a Donald Trump, ma anche a Kennedy e a Musk, il cui sostegno è stato determinante per il successo. Questo, seppure indirettamente, non può che essere un traguardo anche per la Sicilia. L’insensata guerra contro la Russia si avvierà al termine. La Nato, se sopravviverà, sarà svuotata. Forse la stessa UE a questo punto perde la propria ragion d’essere. E con essa tutta la pazzesca Agenda 2030, pseudo-green, anti-umana, deviata… Non bisogna fare prigionieri ora, e incalzare per ogni dove il nemico demoniaco in ritirata.
Questo non significa che tutto quello che viene da Oltreoceano ora ci andrà bene. La tragedia della Palestina è ancora una ferita aperta, cui la nuova amministrazione non sembra voler porre rimedio, continuando a sostenere il genocidio in atto; anche se speriamo, comunque, in una realpolitik che faccia cambiare registro. Ipocriti, voltagabbana e nostri nemici storici salteranno ora sul carro del sovranismo.
Con questa nuova amministrazione USA, per la sua posizione geopolitica e il suo ruolo economico, la Sicilia però può e deve dialogare direttamente, senza passare dallo Stato italiano. Se gli USA, in disimpegno dall’Europa, vogliono mantenere un ruolo speciale con la Sicilia di cui hanno bisogno, devono parlare con noi, su posizioni di pari dignità anche se non di pari forza. Con i “post-umani” oggi al potere a Washington sarebbe impossibile; con l’amministrazione Trump, chissà. Dobbiamo stare attenti solo al lecchinaggio pseudo-sovranista e leghista che è sempre alleato di tutti i potenti, purché sistematicamente contro di noi. I recenti “accordi” finanziari tra Stato e Regione, ancora una volta gridano vendetta. Una vendetta che potrebbe venire solo dall’internalizzazione della Questione Siciliana.
La lotta di liberazione della Sicilia, quindi, non è affatto finita. Ma forse adesso può cominciare.