Falsifacati i dati da contagio da Covid.
Ai domiciliari va il dirigente generale Maria Letizia Di Liberti e due più stretti collaboratori; Salvatore Cusimano, dipendente dell’assessorato regionale ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che collabora per la gestione dei flussi dati. Indagato anche l’assessore Ruggero Razza, il suo vice capo di gabinetto, Ferdinando Croce e Mario Palermo, direttore del Servizio 4 del Dasoe.
Musumeci invece sembrerebbe essere ignaro di tutto ciò, forse perchè impegnato a “sistemare” la sua nuova portavoce, un tempo nemica, oggi braccio destro, cosa certamente non meno grave per il governatore, poichè certificherebbe il “non avere il polso della situazione nella Regione dove governa”.
Un colpo durissimo per la sanità siciliana.
Ma perchè mai falsificare i dati?
Per gli inquirenti sembrerebbe chiaro l’obiettivo: dare adito di una struttura regionale funzionante, evitare le restrizioni dal governo centrale; godere di immeritata meritocrazia in ambito sanitario e di gestione della pandemia.
Una operazione “scientifica” da parte di chi operava nel falsificare i dati: denunciare morti, nuovi positivi e amplificare il numero di tamponi fatti in un arco temporale diverso rispetto alla reale situazione. Un vero appannaggio per mostrare l’emergenza pandemica Siciliana meno grave di quanto realmente fosse e ottenerne benifici.
Secondo il giudice per le indagini preliminari, ci si trova di fronte a “un disegno politico scellerato”.
Il blitz dei carabinieri del Nas, coordinati dal procuratore aggiunto d Trapani Maurizio Agnello e dai sostituti Sara Morri e Francesca Urbani, sferza un duro colpo alla sanità siciliana.
Le indagini procedono e certamente anche il Presidente Musumeci sarà sentito e dovrà spiegare non solo agli inquirenti, ma anche ai siciliani l’accaduto.
Per Razza invece non è un problema da poco visto che i media nazionali racconteranno di una Sicilia bugiarda e incosciente oltre che di un governo regionale incapace di gestire la pandemia nascondo la realtà e mettendo in serio pericolo la salute dei siciliani.
È un atto di accusa gravissimo quello della Procura di Trapani, accolto dal gip che ha dichiarato la competenza di Palermo. Il fascicolo andrà ai pm del capoluogo, ma la misura cautelare andava eseguita in via d’urgenza poiché il pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato è attuale.