SICILIA; POLITICA: LO CURTO (UDC), SI’ A DOPPIA PREFERENZA DI GENERE PER L’ELEZIONE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA, SOSTERRO’ CON FORZA LA RIFORMA
Palermo – Sosterrò con forza il ddl che prevede la doppia preferenza di genere per l’elezione dell’Assemblea regionale siciliana. É tempo di dare effettiva attuazione all’articolo 51 della Costituzione ed all’articolo 3 dello Statuto siciliano. La Sicilia non può rimanere l’unica regione insensibile alle norme statali che prevedono la parità di accesso alle cariche elettive e istituzionali. Sono da sempre attenta a questo tema e in una precedente legislatura regionale ho lavorato per far fare qualche passo concreto in avanti alla Sicilia, riuscendo a far approvare la legge attuale che prevede almeno la presenza di un terzo per ciascun genere nelle liste provinciali per il rinnovo dell’Ars e l’alternanza uomo-donna nel listino regionale. Ma oggi ciò non basta più, soprattutto alla luce di quanto il parlamento regionale è riuscito a fare imponendo il doppio voto di genere per le elezioni comunali. Confido sull’autorevolezza del presidente Miccichè nel farsi garante dei principi statutari affinché il percorso della riforma per le elezioni regionali non abbia ostacoli e trovi anche ampio consenso tra le forze politiche presenti a Palazzo dei Normanni. La presenza di più donne nelle Istituzioni garantisce un surplus di determinazione e sensibilità in un mondo politico da sempre pensato per gli uomini, secondo un modello organizzativo sociale che ha penalizzato il genere femminile anche per le difficoltà oggettive che le donne hanno rispetto all’accesso al lavoro e per le carenze del welfare a sostegno della maternità. Sono certa che un’autentica e paritaria partecipazione delle donne in politica migliorerà la vita democratica della nostra regione”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, in occasione del convegno promosso da Arcidonna, Aidda, Ande e Terziario Donne presso la Sala Mattarella di Palazzo Reale a Palermo . “La nostra – conclude Lo Curto – è una battaglia per la democrazia e non a favore delle donne”