La drammatica condizione che vivono i migranti nelle carceri, i traumi fisici e psichici vissuti durante il viaggio e che continuano a turbare la vita di molti di loro sono tra i temi che saranno approfonditi nel corso del dibattito che seguirà al docufilm Nuovo Mondo, storie di migranti e di persone che li hanno accolti. A parlare di questi argomenti così scottanti, e che quasi mai entrano nel dibattito sul fenomeno migratorio, saranno il garante per i detenuti Pino Apprendi e la dottoressa Patrizia Politi, coordinatrice medica a Palermo di Medici senza frontiere, che si occupa da svariati anni di alleviare e curare le ferite delle violenze subite da ragazzi e ragazze extracomunitari. Il dibattito è moderato dal giornalista Vittorio Corradino.
L’appuntamento è per domani, sabato alle ore 17,30 a Villa Zito (via Libertà n. 52), nell’ambito della rassegna Settimana delle Culture. Si inizia con la proiezione del docufilm, autore il giornalista Rino Canzoneri, regia di Rosario Neri. Il filmato è prodotto dalle associazioni “Prima gli ultimi. Nessuno è straniero”, “Di Sana Pianta” e “Le Donne Musulmane Fatima”, con il supporto del Cesvop. “Un docufilm – dice l’autore Rino Canzoneri, che è anche presidente dell’associazione Prima gli Ultimi – che ci emoziona e ci commuove, che ci fa scoprire nuovi orizzonti, oltre quelli che vediamo nei piccoli recinti che ci siamo costruiti. Che ci fa conoscere da vicino il senso, il valore e la bellezza dell’accoglienza, il piacere di donare qualcosa di noi agli altri e ricevere da questo straordinarie emozioni. Ci fa sentire l’orgoglio per aver contribuito a tirare fuori dal buco nero chi era senza futuro e senza speranza, che ci fa incontrare culture, usanze e conoscenze che arricchiscono il nostro bagaglio culturale, che ravviva l’umanità che non si è perduta e che dà linfa alla nostra anima”. Nel docufilm dalla viva voce dei protagonisti, chi è stato accolto e chi ha accolto, si scoprono storie ricche di solidarietà ed emozioni che solo i rapporti umani possono dare.
Non si è fatto ricorso ad attori professionisti perché si è voluto riportare anche attraverso la voce, gli sguardi e il modo di esprimersi, l’essenza reale e profonda di questi rapporti. Il filo conduttore è il valore dell’accoglienza, con tutto il bene che ci sta dentro. E dimostra che anche un piccolo aiuto cambia il percorso di vita di persone che altrimenti non riuscirebbero ad integrarsi o lo farebbero in modo marginale. Per quanto riguarda i salvataggi a mare si è voluto evitare scene cruente di persone che stanno per annegare o annegano per non urtare la sensibilità dei bambini o di chi ha vissuto questa esperienza. Gli autori si sono limitati a riportare le immagini dei gommoni a mare e del trasbordo nelle navi che hanno prestato soccorso. Il titolo “Nuovo Mondo” vuole dire che l’arrivo dei migranti in Italia è come passare da una realtà, quella dei propri Paesi, ad un’altra completamente diversa, piena di incognite, per certi versi misteriosa, da cui non si sa come andrà a finire. Il sottotitolo, “Storie di migranti e di persone che li hanno accolti”, sintetizza la trama del docufilm e serve anche a differenziarlo dal film di Trialese che si intitolava soltanto “Nuovo Mondo”. L’obiettivo, attraverso il racconto di queste storie, è quello di far vedere quanto bello ed entusiasmante sia donare qualcosa di noi agli altri, ai più deboli e ai più fragili. E quanto bene può fare ad entrambi, un esempio che dovrebbe essere seguito da tanti altri.
Fabio Gigante