“Sette Note per l’arte” nel segno della sacralità. Si chiude l’ultimo appuntamento della rassegna dedicata all’identità siciliana. L’opera “Mulieres Christi”, sintesi di musica, architettura e contesto storico
Si è concluso, lo scorso 27 dicembre, nel magnifico plesso della chiesa della Martorana, l’ultimo appuntamento previsto dalla rassegna “Sette note per l’arte”, promossa dall’assessorato dei beni culturali della Regione Siciliana.
Ad introdurre l’evento, l’organizzatore e direttore artistico della rassegna, Francesco Panasci, il quale si è soffermato sull’importanza della musica, vissuta all’interno di un contesto pregno d’arte e storia, che la eleva e la amalgama creando un tutt’uno; in tal senso, la concattedrale Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (Martorana) si è dimostrata essere un luogo perfetto: “Oggi in questo spazio ricco di meraviglie – ha precisato Panasci – viene presentata un’opera inedita, “Mulieres Christi”, firmata da un siciliano doc, il Maestro Mario Modestini, che farà storia nella nostra terra di Sicilia”.
Prima di presentare i talentuosi artisti siciliani ospiti dell’evento, Panasci ha passato la parola a Papas Antonio Pandori, archimandrita della chiesa che ha voluto dare omaggio alla concattedrale che presiede, sottolineando l’importanza di quest’anno, in cui ricade l’anno giubilare di 880 anni dalla sua fondazione: “In questo luogo speciale – ha spiegato Pandori – è presente una pergamena del 1143, anno della sua fondazione, conservata nell’archivio della Paladina, scritta in greco, in arabo e anche in italiano, che ci riporta all’origine di ciò che è la parte antica della chiesa, dove ci sono i mosaici più belli, con una cappella privata vicino al monastero della Martorana”.
Tra i numerosi e preziosi mosaici, di cui ha parlato l’archimandrita, si evidenziano le opere raffiguranti i santi Giovanni Crisostomo e Basilio, nonché la natività rappresentata secondo i canoni bizantini e Maria che ci dona Gesù. Di pregevole fattura anche i mosaici che raffigurano Santa Rosalia e Sant’Agata.
Questo importante avvenimento è stato utile per scoprire alcune curiosità, come il significato del nome della chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio, che deve i suoi natali all’Ammiraglio Giorgio D’Antiochia, il quale decise di costruirla lasciando un segno della sua fede cattolico bizantina nella città di Palermo. La chiesa, successivamente alla sua fondazione, fu prevalentemente conosciuta come Martorana dal nome di Eloisa Martorana, la quale edificò un convento benedettino adiacente alla stessa circa cinquant’anni dopo.
Nell’atrio della chiesa ci sono due notevoli mosaici che raffigurano proprio Giorgio d’Antiochia ai piedi della madre di Dio che chiede la benedizione e l’incoronazione di Re Ruggero II da parte di Cristo.
A dare voce al progetto è stato lo storico e poeta Pietro Longo: “L’opera “Mulieres Christi” ha un nome già in sé significativo, che tradotto in italiano significa “Le donne di Cristo”. Le donne sono un elemento fondamentale nella vita di Gesù, dalla nascita fino alla morte”. ll tema centrale dell’opera di Modestini è il ritorno alla sacralità e sintetizza, con ottimi risultati, la storia della nostra civiltà musicale. Un viaggio in note nella storia, in cui si racconta la musica in Sicilia e il ruolo dei papi nell’introduzione del rito greco bizantino. I canti ripercorrono le figure di Maria, della samaritana, di Veronica e della Maddalena.
“Le note che Modestini ha trovato – ha spiegato Longo – hanno l’eco dell’innografica antica, non solo delle intavolature musicali siciliane del 400 e del 500 o della riforma della musica che deriva da Domenico ed Alessandro Scarlatti. Ha affidato agli orchestrali, al di là del canto, un ruolo importante con l’utilizzo degli strumenti, ricavando una sintesi che è il suo tratto distintivo: il canto combinato all’orchestra finalizzato ad elevare lo spirito verso la sacralità”.
Il pomeriggio si è concluso con l’esibizione degli artisti siciliani in un ensemble, con il M° Francesco Maria Martorana al decacordo, il M° Salvatore Ferraro all’oboe, il M° Giorgio Gasbarro al violoncello e Alba Cavallaro come cantante e voce recitante.
Grande emozione da parte del pubblico che ha tributato al Maestro Modestini una vera e propria ovazione.