Sono sette i progetti vincitori su trentadue proposte ricevute, per un totale di 28.000 euro messi a disposizione da Wikimedia Italia per favorire la produzione di conoscenza libera.
Wikimedia Italia (WMI) è un’associazione di promozione sociale, con sede a Milano, che dal 2005 favorisce il miglioramento e l’avanzamento del sapere e della cultura. In particolare WMI promuove la produzione, la raccolta e la diffusione di contenuti liberi (open content), ossia di opere contrassegnate dai loro autori con una licenza libera, che ne permetta l’elaborazione e/o la diffusione gratuita per ogni scopo (anche commerciale).
WMI vuole farsi promotrice di un cambiamento di mentalità che porti a capire che il miglior modo per produrre e disseminare la conoscenza è fare in modo che la maggioranza delle persone possa liberamente prendervi parte. L’uso di licenze libere, dove chi fruisce dei contenuti non ha solo obblighi ma anche diritti, è uno dei metodi che consentono di raggiungere questo scopo.
In questo contesto è stato emanato il bando Musei archivi biblioteche 2022. Il bando costituisce un’opportunità di diffusione della conoscenza del patrimonio culturale con le tecnologie digitali e in particolare internet, un veicolo efficace di sensibilizzazione dei cittadini alla partecipazione diretta, uno stimolo alla ricerca, alla creatività, alla produzione editoriale e uno strumento efficace di promozione culturale e turistica.
Il libero riuso è un corollario diretto della Convenzione di Faro, che sancisce il diritto, individuale e collettivo “a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento” (art. 4) ed evidenzia la necessità che il patrimonio culturale sia finalizzato all’arricchimento dei “processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale e di pianificazione dell’uso del territorio …” (art. 8 ).
Dalla Sicilia all’’Emilia Romagna, ecco i progetti ritenuti più meritevoli dalla commissione.
A Palermo verrà portato avanti un lavoro di valorizzazione del Museo Internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, che conserva 5000 opere, figure animate e oggetti scenici appartenenti non solo alla tradizione dei pupi siciliani, ma anche a culture di altre parti del mondo. L’ opera dei pupi è stata la prima pratica culturale italiana ad essere iscritta dall’UNESCO nella lista dei “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”, nel 2001.
Grazie al progetto, verranno migliorate le voci su questi argomenti su Wikipedia in italiano, francese, tedesco e spagnolo. Inoltre, verrà elaborato un itinerario turistico disponibile su WikiVoyage e su altri canali, per promuovere la scoperta di questa tradizione da parte di un pubblico internazionale, favorendo la pratica del turismo lento e la scoperta di aree della Sicilia meno note.
Il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino è già da tempo attivo nella condivisione online di contenuti testuali, visivi, sonori e audiovisivi finalizzati a favorire la libera diffusione e il libero accesso al patrimonio museografico e al patrimonio culturale immateriale dell’opera dei pupi siciliana in un’ottica interdisciplinare e interculturale.
Come specificato nella Convenzione Unesco per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003, «tale patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana» (art. 2 CICH).
L’importanza di tale patrimonio, nella sua fragilità, risiede nella ricchezza di conoscenze e abilità che viene trasmessa tra generazioni e nella sua capacità di favorire la diversità culturale e la convivenza pacifica tra i popoli attraverso una partecipazione attiva al processo di (ri)creazione e trasmissione.
“La proposta presentata dal Museo al bando Wikimedia Italia, che si concretizzerà entro il 30 giugno, costituisce, come affermato nel sito web del Museo, una prima tappa per un possibile ulteriore sviluppo in termini di condivisione di open content autentici attraverso strumenti e con competenze che siano capaci di veicolare al meglio il patrimonio di riferimento, in piena filosofia “wiki”.
Ad Osimo, nelle Marche, l’ Istituto Campana, fondato nel 1715, lavorerà alla digitalizzazione e pubblicazione su Wikimedia Commons, con collegamenti a OpenStreetMap, di 18 mappe geografiche e vedute di città e di 300 disegni architettonici e stampe datati tra il XVIII e il XIX secolo. Il patrimonio artistico e la storia dell’istituto verranno, grazie alle attività connesse al bando, raccontati più nel dettaglio su Wikipedia e sui progetti fratelli.
A Trevi nel Lazio l’archivio storico della parrocchia di Santa Maria Assunta digitalizzerà 23 pergamene risalenti al periodo compreso tra il XIII e il XVI secolo, quando la cittadina era una sede vescovile.Le pergamene serviranno anche da fonte per voci di Wikipedia e per inserire nuovi dati geografici su OpenStreetMap, oltre che per offrire nuove opportunità di riscoperta della storia del territorio, attraverso eventi e visite guidate del paese.
A Forte dei Marmi, in Toscana, le opere dello scultore Ugo Guidi sono conservate nell’omonima Casa Museo, insieme ai documenti che testimoniano i suoi rapporti con grandi artisti del Novecento, da Treccani e Carrà a molti altri. Tutte queste opere, già catalogate dal museo, saranno digitalizzate e rese disponibili su Wikimedia Commons grazie al progetto finanziato da Wikimedia Italia.La scelta della Casa Museo Ugo Guidi e degli eredi dello scultore è quindi in controtendenza e potrebbe essere d’esempio per tanti altri musei e gallerie italiani.
A Piacenza la Biblioteca del Conservatorio Giuseppe Nicolini renderà disponibile su Wikimedia Commons la collezione di 171 fotografie del maestro di canto Corrado Pavesi Negri; le foto, scattate tra il 1887 e il 1915, ritraggono importanti cantanti lirici, come Amedeo Bassi e Italo Cristalli. Oltre ad essere collegate a Wikidata, le foto verranno utilizzate anche per illustrare le voci di Wikipedia esistenti o create nell’ambito del progetto.
A Bologna la Biblioteca dell’Area della Ricerca del CNR grazie al bando potrà iniziare la mappatura su OpenStreetMap di tutte le istituzioni aderenti al network, includendo anche informazioni sulle biblioteche con valore storico e architettonico. La Biblioteca gestisce NILDE, un software web pensato per favorire la condivisione di documenti tra biblioteche italiane e straniere, con un’attenzione particolare alla ricerca scientifica, per un totale di 900 strutture e 90.000 utenti.
A Salerno i bibliotecari e le bibliotecarie dell Università degli studi di Salerno, in collaborazione con il Gruppo Wikidata per Musei, Archivi e Biblioteche (GWMAB), collegheranno i dati dei ricercatori e docenti dell’ateneo con quelli già esistenti online, sparsi tra repository, cataloghi e voci enciclopediche. L’obiettivo è rendere più agevolmente disponibili e accessibili sul web i lavori di ogni studioso.
Caterina Guercio