Scontro sui social: Partito Radicale contro Fratelli d’Italia sulla legge per la maternità surrogata

Il Partito Radicale usa Facebook per attaccare la nuova legge sulla maternità surrogata e annuncia un referendum abrogativo

Approvata la legge sulla maternità surrogata: scontro tra Fratelli d’Italia e Partito Radicale

Il Partito Radicale attacca il provvedimento definendolo un “obbrobrio giuridico” e annuncia un referendum abrogativo

ROMA, 16 ottobre – La recente approvazione della legge che qualifica la maternità surrogata come reato universale ha scatenato una dura reazione da parte del Partito Radicale, che ha espresso la sua totale contrarietà al provvedimento attraverso un post sulla propria pagina Facebook. I rappresentanti del partito, tra cui Maurizio Turco e Irene Testa, hanno definito la legge un “obbrobrio giuridico” e annunciato la volontà di presentare un quesito referendario per abrogarla.

Il Partito Radicale ha criticato duramente la scelta di assimilare la gestazione per altri (GPA) a reati di gravità eccezionale come il genocidio e i crimini di guerra, per i quali è prevista una pena molto più severa, come l’ergastolo. Secondo il partito, l’universalità di un reato dovrebbe essere riservata a crimini gravissimi, mentre la nuova legge impone una pena di soli tre anni per la GPA, sminuendo così il concetto stesso di reato universale. Inoltre, il Partito Radicale evidenzia come la maternità surrogata sia legale o regolamentata in molti Paesi europei, facendo notare la contraddizione di punire i cittadini italiani per una pratica accettata all’estero.

Attraverso il post su Facebook, il Partito Radicale ha denunciato anche l’assenza di un dibattito pubblico serio in Italia su un tema così delicato, sottolineando che “in Italia si evita persino di discuterne”. Questa mancanza di confronto, secondo loro, rappresenta un chiaro segno di come il governo e Fratelli d’Italia, guidati da Carolina Varchi, abbiano imposto una visione unilaterale e ideologica senza considerare il panorama europeo e la pluralità di opinioni sul tema della maternità surrogata.

 

“Questa legge, presentata da Fratelli d’Italia, –  specifica il post su Facebook dei radicali  – è stata portata avanti con toni trionfalistici da Varchi, che ha definito la maternità surrogata come una pratica “disumanizzante” e una “mercificazione dei bambini”. Ma a ben vedere, la retorica di Varchi e del suo partito nasconde una visione retrograda, che attacca diritti consolidati in altre nazioni. Mentre si ergono a paladini della morale, ignorano il diritto di autodeterminazione delle donne e delle famiglie. Anzi, con questa legge si penalizzano ulteriormente le donne più vulnerabili, negando loro la possibilità di decidere in libertà. È evidente che questa legge rappresenta un attacco diretto non solo alla maternità surrogata, ma alla libertà personale. Fratelli d’Italia e Carolina Varchi hanno scelto di criminalizzare una pratica che in molti Paesi europei è perfettamente regolamentata e accettata, dimostrando una chiara volontà di isolare l’Italia dal contesto internazionale su questioni di diritti umani e civili.

 

Il Partito Radicale ha annunciato di voler contrastare questa legge con un quesito referendario, in modo da ridare voce ai cittadini e permettere un dibattito aperto e democratico su un tema di tale rilevanza. La battaglia contro la surrogazione di maternità non è altro che l’ennesimo tentativo di Fratelli d’Italia di imporre una visione conservatrice e anacronistica, senza rispetto per le libertà individuali e i diritti delle donne.

Anche Gaetano D’Amico, presidente del Comitato “Esistono i Diritti”, si schiera apertamente contro la legge approvata, allineandosi perfettamente con la posizione del Partito Radicale. Infuriato come non mai, D’Amico affonda il tiro, definendo il provvedimento un attacco diretto ai diritti fondamentali: “Questa legge rappresenta una regressione per i diritti civili in Italia. Non solo si criminalizza una pratica regolamentata in gran parte del mondo, ma si negano le libertà individuali e il diritto di autodeterminazione delle persone. È un ritorno al passato, a una visione restrittiva e oscurantista della società.”

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