Saviano, Don Patriciello e il “modello Gomorra”: un pericolo per le nuove generazioni
Dopo le recenti critiche di Saviano al governo, riemerge il dibattito sul “modello Gomorra” e sulla rappresentazione della malavita come potere assoluto
10 novembre 2024 – Recentemente, Roberto Saviano ha riacceso il dibattito sul cosiddetto “modello Caivano”, criticando le istituzioni per un presunto fallimento nella gestione della criminalità nelle periferie italiane. Queste osservazioni hanno riportato l’attenzione sulle parole di Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, che oltre un anno fa aveva messo in guardia sui pericoli del “modello Gomorra.” In una lettera aperta pubblicata nel 2023 su Avvenire, Don Patriciello aveva contestato l’approccio di Saviano, definendolo “profeta di sventura” e richiedendo più “samaritani buoni” per supportare realmente i giovani delle periferie.
Il “modello Gomorra”: una denuncia che si è trasformata in mito negativo
Don Patriciello aveva già sottolineato le gravi conseguenze culturali della serie televisiva Gomorra, tratta dai libri di Saviano. Pur nata come denuncia sociale, la serie è diventata, per molti, un modello pericoloso. La rappresentazione della malavita come potere invincibile, in cui i protagonisti ottengono rispetto e successo con la violenza, ha alimentato una visione in cui la criminalità sembra l’unico percorso possibile per raggiungere il successo, superando anche la giustizia e la legalità.
La comunità e gli educatori che lavorano nelle periferie italiane, come Don Patriciello, segnalano da tempo il danno culturale causato da queste rappresentazioni. Molti giovani, già segnati da condizioni di disagio economico e sociale, vedono nella criminalità una forma di riscatto, e Gomorra ha contribuito a consolidare questa immagine, trasformando la violenza in un modello seducente e apparentemente invincibile.
La responsabilità di Saviano: dal pulpito mediatico alla realtà del territorio
Criticare da lontano, secondo Don Patriciello, è pericoloso, soprattutto se le stesse opere di Saviano hanno creato un “modello gomorriano” dannoso. Saviano, che vive da tempo lontano dall’Italia, utilizza un pulpito mediatico potente, ma questo ha contribuito a legittimare un’immagine pericolosa di potere criminale. La serie Gomorra rappresenta la criminalità organizzata come un mondo in cui la violenza è normale e accettabile, trasformando i criminali in protagonisti affascinanti e facendo apparire la criminalità una scelta di vita accettabile per molti giovani delle periferie.
La comunità contro il “modello gomorriano”: un appello per modelli positivi
Le parole di Don Patriciello e il risentimento della comunità verso Gomorra riflettono un sentimento diffuso: i media dovrebbero proporre modelli positivi e racconti di riscatto, offrendo ai giovani delle periferie un’alternativa alla violenza. La criminalità non può essere l’unica via per ottenere rispetto, e la realtà può essere rappresentata senza fare della malavita un’aspirazione. La comunità di Caivano, come tante altre, non ha bisogno di modelli “glamour” che esaltino la malavita, ma di un sostegno concreto e di esempi che mostrino il valore della giustizia e della legalità.
Un attacco che solleva domande: l’affondo di Saviano contro il governo come riflesso di una visione vicina alla sinistra
Viene da chiedersi: con queste critiche al governo, Saviano sta dichiarando guerra alle istituzioni, facendo emergere una posizione affine alla sinistra, che certamente non manca di apprezzare quando figure influenti rimandano le questioni irrisolte da oltre quindici anni al loro nemico storico: le destre.