La mediazione è una procedura stragiudiziale germogliata al fine di risolvere le controversie senza adire presso l’autorità giuridica competente e, per decongestionare l’entità delle liti in giudizio nonché per abbassare i costi onerosi della giustizia italiana. Ragion per cui la mediazione deve essere un vantaggio per il cittadino. Sfortunatamente, la riforma con il nuovo decreto n.150/2023 ha notevolmente aumentato le spese del giudizio di mediazione a discapito del cittadino.
Il decreto ministeriale n. 150/2023 ha aumentato notevolmente i costi per sostenere la mediazione e, messo in estrema difficoltà il cittadino che deve affrontare totalmente i costi, pertanto, l’aumento dei costi della procedura di mediazione potrebbe scoraggiare le persone dal cercare una soluzione pacifica prima del processo.
A tal proposito la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ritenuto illegittimo la legge sulla mediazione obbligatoria che impone l’assistenza di un avvocato in tutte le cause che hanno come attore un consumatore. Difatti, il codice del consumo vieta oneri aggiuntivi al consumatore. Così come nell’anno 2017 la Corte di Giustizia Europea ha chiarito che questi costi non dovrebbero essere eccessivi. Per tale motivo, il Tribunale di Verona con l’ordinanza del 24/11/2023 che: “se le spese previste dal decreto sono troppo alte, allora non devono essere applicate perché in contrasto con i principi di accessibilità e ragionevolezza delle spese legali promossi dall’Unione Europea”.
La mediazione è una procedura conciliativa che la legge ha previsto come obbligatoria quando l’oggetto della controversia riguarda determinate materie previste nel decreto ministeriale, come le materie del condominio, divisione, locazione, il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica o contratti assicurativi e bancari, oltre le altre materie introdotte dalla riforma Cartabia.
Sebbene, la mediazione è espressione di legge per decongestionare le controversie in giudizio, la giurisprudenza è divisa, poiché da una parte la mediazione obbligatoria è illegale perché impone ai cittadini un ulteriore costo rispetto a quello che sono costretto a sostenere stando in giudizio. Secondo un primo orientamento giurisprudenziale, l’obbligo della mediazione viola il principio comunitario della tutela giurisdizionale effettiva poiché impone ai cittadini oneri eccessivi che, scoraggiano, il ricorso alla giustizia al fine di tutelare un proprio diritto. Per tali ragioni, i giudici hanno ritenuto disapplicare la norma di legge che impone la mediazione come condizione di procedibilità della successiva azione giudiziaria ritenendola in contrasto con i principi dell’Unione Europea.
Corte di Giustizia U.E. sent. 457/2017 ha stabilito che: “la procedura di conciliazione sono legittime se non generano costi ingenti per le parti”; difatti, secondo il principio di diritto europeo, la giurisprudenza italiana ha ritenuto illegittimo anche altre forme di procedura conciliative obbligatoria, si pensi anche alla negoziazione assistita e/o l’arbitrato.
A tale orientamento minoritario, in cui ritiene illegittima la mediazione obbligatoria che impone costi rilevante per i cittadini, si oppone un altro orientamento giurisprudenziale contrario, costante e recente.
Secondo altre tesi giurisprudenziali, la mediazione obbligatoria è compatibile con i principi dell’Unione Europea del diritto comunitario, poiché non sussiste alcun ostacolo economico per il cittadino per ricorrere alla giustizia, garantendo i propri diritti. Inoltre, anche avvalendosi dell’assistenza di un avvocato in mediazione, la Corte di Costituzionale sent. n. 20/01/2022 ha ammesso la possibilità di ricorrere al gratuito patrocino anche in fase di conciliazione obbligatoria.
La materia in oggetto necessita di ulteriori approfondimenti per la quale bisogna esaminarli in relazione al singolo caso concreto. Per maggiori informazioni e/o pareri in merito alla questione consultate il sito www.avvocatoquartararo.eu