“Rilancio della zona portuale di Palermo: dall’oscurità del ‘Sacco’ alla rinascita economica della città”
Intanto perché usiamo dire “sacco di Palermo”? Cosa significa?
Il “sacco” di Palermo è un episodio storico che si è verificato nel 1392 quando la città di Palermo fu saccheggiata dalle truppe francesi comandate da Jean Le Maingre, detto “Boucicaut”. Questo evento fu parte delle guerre tra il Regno di Sicilia e la Francia per il controllo dell’isola. Durante l’assedio di Palermo, le truppe francesi riuscirono a penetrare all’interno della città e saccheggiarono per tre giorni, causando molte vittime e danni.
Su questa vicenda ci sono diverse fonti storiche che attestano l’evento del “Sacco di Palermo” del 1392. tra questi, il cronista francese Jean Froissart, che visse nell’epoca medievale, scrisse una cronaca delle guerre tra il Regno di Sicilia e la Francia e descrisse l’assedio di Palermo e il saccheggio della città da parte delle truppe francesi. Anche il professore di storia Antonio Gallo ha pubblicato uno studio dettagliato sull’evento del “Sacco di Palermo” nel suo libro “Le guerre del Regno di Sicilia contro gli angioini e i francesi”, dove riporta fonti storiche e testimonianze dell’epoca.
Tuttavia, ci sono stati altri eventi storici violenti che hanno coinvolto Palermo durante l’epoca dell’unificazione italiana, come l’insurrezione dei fasci siciliani del 1893 e la rivolta del sette e mezzo del 1866, che potrebbero essere stati definiti come “Sacco di Palermo”, ma le fonti non sono certe.
Va invece sottolineato che l’espressione “sacco di Palermo” è stato oggetto di dibattito e polemiche, poiché alcuni storici ritengono che sia stato utilizzato in modo improprio per esagerare gli eventi e alimentare il risentimento contro il nord dell’Italia. In ogni caso, il “sacco” di Palermo resta un episodio tragico e doloroso della storia italiana, che ha causato sofferenza e distruzione alla popolazione e alla città di Palermo.
Negli anni a venire, si torna a usare l’espressione “sacco di Palermo” per descrivere il boom edilizio avvenuto tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, che ha stravolto la fisionomia architettonica della città di Palermo. Durante quel periodo, alcune borgate vennero inglobate da un’espansione edilizia dissennata e abnorme, con l’abbattimento di numerose strutture architettoniche in stile Art Nouveau, detto anche stile Liberty.
Oggi, dunque, “sacco di Palermo” si utilizza in modo figurativo per riferirsi a situazioni di degrado urbano, insicurezza, abbandono e mancanza di sviluppo economico nella città di Palermo. Ad esempio, si può parlare del “sacco” di Palermo per riferirsi ad aree della città che presentano un alto tasso di criminalità, edilizia fatiscente, mancanza di servizi pubblici e infrastrutture inadeguate.
Tuttavia, va sottolineato che l’utilizzo del termine “sacco” di Palermo può essere considerato controverso e polemico, poiché alcuni ritengono che esso possa essere usato in modo improprio per alimentare stereotipi negativi sulla città e sulla sua popolazione.
“Rilancio della zona portuale di Palermo: dall’oscurità del ‘Sacco’ alla rinascita economica della città”
L’autorità portuale di Palermo ha avviato, già da tempo, un progetto di riqualificazione e rilancio della zona portuale della città, al fine di valorizzare il patrimonio culturale e promuovere lo sviluppo economico del territorio.
Il progetto prevede interventi di miglioramento delle infrastrutture portuali, la realizzazione di nuovi spazi per la logistica e il trasporto merci, la promozione del turismo crocieristico e lo sviluppo di nuove attività economiche, come la nautica da diporto e il commercio internazionale.
Inoltre, l’autorità portuale sta collaborando con le autorità locali per la riqualificazione delle aree limitrofe al porto, al fine di migliorare l’accessibilità alla zona e promuovere lo sviluppo di nuove attività economiche.
Il progetto si propone di valorizzare il patrimonio storico e culturale della città di Palermo, favorendo l’insediamento di nuove attività commerciali e turistiche, nonché migliorando la qualità della vita dei cittadini attraverso l’accessibilità ai servizi e l’implementazione di interventi di riqualificazione urbana.
In sintesi, il progetto dell’autorità portuale di Palermo mira a rilanciare l’area portuale della città, promuovendo lo sviluppo economico e la valorizzazione del patrimonio culturale, in modo da rendere il porto di Palermo un punto di riferimento per il Mediterraneo e un importante motore di sviluppo per l’intera regione.
Il rilancio della aerea portuale godrà anche dei benefici della ZES Sicilia Occidentale
La ZES, ovvero la Zona Economica Speciale, è un’area del territorio italiana in cui sono previste particolari agevolazioni fiscali e amministrative, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro.
Nel caso specifico della Sicilia, è stata istituita la ZES Sicilia occidentale, che comprende le province di Palermo, Trapani e Mazara del Vallo. L’obiettivo della ZES è quello di attrarre investimenti stranieri e nazionali nella regione, promuovendo la creazione di nuove imprese e l’espansione di quelle esistenti.
Per quanto riguarda Palermo, l’intervento della ZES prevede la realizzazione di una serie di infrastrutture strategiche, tra cui l’ampliamento del porto di Palermo e la realizzazione di un nuovo aeroporto internazionale. Inoltre, la ZES favorisce la creazione di nuove imprese nei settori della logistica, della manifattura, dell’agroalimentare, del turismo e della cultura.
In generale, l’intervento della ZES Sicilia occidentale rappresenta un’importante opportunità per lo sviluppo economico e la crescita della città di Palermo e dell’intera regione, favorendo l’insediamento di nuove imprese e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonché la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione del turismo.
Tuttavia la ZES Sicilia ha qualche “falla” che la politica sta cercando di risolvere. Tra questi c’è la limitazione dei codici ateco previsti per le imprese che dovranno insediarsi, limite che le altre ZES del resto d’ITALIA non ha.
L’Assessore Regionale alle Attività Produttive Edy Tamajo ha preso con seria attenzione questa vicenda e ha promesso che qualcosa farà, proprio per non perdere l’importante occasione che è la ZES Sicilia.
Palermo, pertanto, sta cercando di riscattarsi dal “sacco” che più volte gli è stato additato da politici, burocrati e dai “nemici ra cuntintizza”.
Lo fa giorno dopo giorno con fatica, estrema fatica, ma di fatto ci sono ancora tante criticità da risolvere, tra queste: sicurezza dei cittadini, contrasto alla delinquenza, lavoro e incentivi all’auto impiego e nuove imprese. istruzione e salute. Palermo deve ritrovare la propria identità e crescere da tutti i punti di vista, particolare attenzione all’ambiente e al decoro e al trasporto urbano. C’è certamente tanto da fare, tanto da lavorare e scegliere con chi lavorare.
Non possiamo dimenticare chi ha collassato Palermo: politici, amministratori, burocrati, consulenti e vari porta borse che ancora si trovano “collocati” nei posti chiave di chi precedentemente li aveva piazzati.
La politica che oggi amministra deve avere coraggio di mettere nel sacco quelli del “sacco” di Palermo e della Sicilia tutta per una vera rinascita.
A tal proposito, e al fine di parlare di rinascita, sarà opportuno incontrarsi il 3 marzo, già dalle ore 9.30, al Palermo Cruise Terminal dove è previsto un confronto/dibattito dal titolo “Infrastrutture e cultura: il ruolo del porto per lo sviluppo di un territorio”. Saranno a Palermo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alessandro Morelli. In chiusura si collegherà il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.
Il programma prevede un primo panel su “Opere strategiche per intermodalità e logistica: quali investimenti possibili?” con la partecipazione, assieme al sottosegretario Morelli, di Carlo Amenta, commissario straordinario del Governo delle Zes Sicilia occidentale, Maurizio Carta, assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Palermo, Clara Celauro, professore associato di “Tecnica dei lavori stradali, ferroviari e aeroportuali” di Unipa, Giuseppe Russello, presidente Sicindustria Palermo, Sergio Senesi, ceo Cemar Agency Network. Al secondo panel su “Infrastrutture al servizio del patrimonio turistico e culturale. La scommessa della Sicilia” sarà Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale a dialogare con il ministro Sangiuliano e il viceministro Rixi.