“Il Ministro Franceschini in audizione parlamentare annuncia un imminente “Rinascimento” per la cultura italiana: il “Recovery Fund” prevede 5,6 miliardi di euro.
Basteranno per superare il deserto, in assenza di una riforma della governance?
Mentre il governo continua a valutare l’ipotesi di un lockdown generalizzato, appare sempre più irrealistica una prossima riapertura di cinema e teatri, prevista per il prossimo 27 marzo.
Proprio per fine mese, infatti, è previsto un nuovo picco di contagi e a questi ritmi sarebbe impossibile per i luoghi della cultura ripartire in sicurezza ma non solo per questo motivo”.
A dichiararlo è Filippo Virzì, Segretario Regionale dell’Ugl Creativi in Sicilia
“Le dinamiche di riapertura delle Sale Cinematografiche sono assai diverse dalle altre categorie – spiega Virzì – i Cinema per ripartire hanno bisogno di prodotto filmico che consenta incassi quantomeno reali, di bar interni aperti, di una comunicazione nazionale che arrivi a tutti.
Le ripartenze con Stop and Go o le riaperture a macchia di leopardo sono devastanti e improbabili per la salute delle Imprese che esercitano nel nostro settore, riteniamo che la prevista imminente riapertura nazionale programmata per il 27 marzo non sarà possibile realizzarla compiutamente.
Tutt’altro, registriamo invece che famiglie storiche dell’Esercizio Cinematografico si arrendono purtroppo agli effetti devastanti generati da questa guerra silenziosa chiamata Covid 19, le aperture simboliche equivalgono ad incassi simbolici e quindi sono deleterie e di fatto non portano a nulla di positivo”.
“Urge un un CronoProgramma che nei prossimi mesi realizzi le riaperture ed il rilancio in modo preciso – conclude Virzì – con sostegni reali che permettano la sopravvivenza fino ad allora”.