Recuperati nei fondali siciliani due reperti romani ad Agrigento

Scarpinato: "Il mare siciliano ci regala emozioni e preziosi reperti storici"

Recuperati due reperti romani nei fondali di Cannatello

Operazione congiunta della Soprintendenza del Mare e dell’Arma dei Carabinieri porta alla luce un’ancora di epoca romana

 

Agrigento 08 agosto 2024 – Due reperti archeologici di notevole interesse storico sono stati recuperati nei fondali di Cannatello, vicino a San Leone, in provincia di Agrigento. La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, con il supporto dell’Arma dei Carabinieri, ha riportato alla luce parti in piombo di un’ancora appartenente probabilmente a una piccola imbarcazione di epoca romana. Tra i reperti, un ceppo mobile e una contromarra, elementi fondamentali dell’ancora stessa.

«Il mare, con i suoi fondali, continua a regalarci grandi emozioni – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – oltre che reperti preziosi per la conoscenza della storia. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questa operazione. La collaborazione tra enti, istituzioni e privati cittadini è di fondamentale importanza per proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale sommerso».

L’operazione di recupero è stata avviata grazie a una segnalazione dell’associazione BCsicilia. La Soprintendenza del Mare ha coordinato l’intervento, avvalendosi della collaborazione dei militari dell’Arma del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Messina.

Due reperti archeologici di epoca romana sono stati recuperati nei fondali di Cannatello, Agrigento, grazie a un'operazione congiunta della Soprintendenza del Mare e dell'Arma dei Carabinieri. L'assessore Scarpinato ha sottolineato l'importanza della collaborazione per proteggere e valorizzare il patrimonio culturale sommerso.

I reperti sono stati affidati al Parco archeologico della Valle dei Templi per il primo trattamento conservativo. In seguito, verranno valorizzati in una struttura del territorio agrigentino, arricchendo ulteriormente il patrimonio culturale e storico della Sicilia.

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