Polemica Politica in Sicilia: l’Assessore Nuccia Albano sotto attacco perchè figlia di un capomafia defunto
Cresce la Tensione tra il M5S e l’Assessore Albano sulla vicenda del padre capomafia
Nell’arena politica regionale siciliana, una polemica di notevole portata è esplosa coinvolgendo l’Assessore Nuccia Albano, figlia di un noto capomafia defunto, e i rappresentanti dei partiti di opposizione, con il Movimento 5 Stelle (M5S) in prima fila tra gli accusatori.
La scintilla di questa controversia è stata l’affermazione di Albano in cui ha dichiarato pubblicamente: “Non prendo le distanze dalla storia di mio padre”. Questa affermazione ha scatenato una reazione immediata da parte del M5S Sicilia, che ha condannato severamente l’assessore per non aver preso una posizione chiara contro la mafia e la storia criminale del padre.
Il comunicato ufficiale del M5S Sicilia, rilasciato da Nuccio Di Paola, referente regionale del movimento, e Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars, è stato inequivocabile nella sua richiesta di condanna senza riserve della mafia. Hanno dichiarato: “Sulla ferma condanna alla mafia non ci possono essere equivoci, l’assessore Albano prenda nettamente e senza indugio le distanze dalla storia del padre, che è una storia mafiosa. E la mafia, che è una montagna di merda, va condannata sempre senza se e senza ma, specie da un importante componente delle istituzioni regionali che devono dare esempio di integrità morale”.
Assessore Nuccia Albano sotto attacco
Tuttavia, un intervento a favore di Nuccia Albano è giunto da parte di Stefano Cirillo, segretario regionale della nuova Democrazia Cristiana, il quale ha sottolineato che le colpe dei padri non dovrebbero ricadere sui figli e ha difeso l’assessore in questo contesto delicato.
“Rispondo da segretario della Democrazia Cristiana per niente stupito dalla strumentalizzazione fatta da Report e dall’On La Vardera contro una donna che, per scelta di vita, ha voluto combattere la mafia a fianco di tutte le procure, sacrificando tutta la vita come medico legale. Fino a quando si userà il metodo medievale della caccia alle streghe, usato da Report, la Sicilia sarà vittima dei La Vardera di turno e di un pensiero ingiusto perché incompleto. Giusta e sacrosanta l’opposizione, ma intollerabile una costante discriminazione contro la Democrazia Cristiana”. Lo dichiara il segretario regionale della DC, Stefano Cirillo.
“La Vardera arriva a dire ‘se l’assessore fosse stato nominato da un altro partito questa mia denuncia avrebbe un peso diverso’. Capisco – continua – l’uso che fa del pregiudizio che applica anche dicendo che il padre della professoressa Albano è stato condannato per mafia, tralasciando, come risulta dai nostri approfondimenti, che fu condannato in primo grado e che mai in via definitiva. Il giudizio mai completato ci pone davanti comunque al tema della trasparenza nella scelta di chi ci rappresenta, dovendo distinguere tra le colpe dei padri e l’evoluzione dei figli che non può farci cadere nel pregiudizio”.
“La professoressa Albano, coraggiosa, prima donna medico legale, ha servito le giustizia come pochi sono riusciti a fare durante anni difficilissimi della Sicilia – prosegue -. Rappresenta, certamente, un simbolo di legalità che non può essere scalfito dal fatto che il padre sia o non sia stato un soggetto criminale, dimostrando che la storia può e deve essere cambiata anche sulle gambe di chi porta un peso che certamente non avrebbe voluto portare. Questo stile e questo modo di volere collegare la storia passata sempre al presente ci portano ad essere discriminati al punto che ovunque vai, nel mondo, basta dire che sei siciliano e in automatico vieni incasellato tra i soggetti poco graditi”.
“Difficile combattere il pregiudizio e non ci importa, ci interessa con i fatti dimostrare che si può cambiare scegliendo ogni giorno come la Democrazia Cristiana da che parte stare, senza se e senza ma, dalla parte della legalità e della trasparenza”, conclude Cirillo.
Questa polemica solleva importanti questioni etiche e morali riguardo alle aspettative di integrità morale e di condanna della mafia per i rappresentanti politici, specialmente in una regione come la Sicilia, che ha una lunga storia di lotta contro il crimine organizzato. L’evolversi di questa controversia avrà un impatto significativo sulla carriera politica di Nuccia Albano e sul destino del governo regionale. È incerto se Albano cambierà la sua posizione riguardo alla storia del padre e come questa situazione influenzerà la politica siciliana nel prossimo futuro.