Il Festino post Covid-19 del 2020 entrerà nella storia non solo per il “Festino che non c’è”, ma ancor di più perché ci siamo accorti, tardivamente, che viviamo da troppo tempo dentro una fiction.
E’ non quello di Rosalia del 14 sera, andato in onda nelle Tv locali della città, dove la peste ha la peggio.
La realtà è molto diversa da quel film che giornalmente viene trasmesso e propinato come “va tutto bene, Palermo capitale della Cultura etc.” La città soffre della mancanza di cure, di quelle piccole cose che la farebbero grande e civile nello stesso tempo.
Se da un parte c’è una Palermo che è cresciuta grazie all’internazionale Orlando abile per le sue strategie oltre confine, dall’altra c’è l’altra Palermo, quella nascosta, quella che chiede di avere normalità, dove i Sindaci dei piccoli comuni, sono Maestri, ovvero soddisfare il fabbisogno di quelle cose “banali” come la pulizia, la corretta raccolta dei rifiuti, la manutenzione di strade, marciapiedi e caditoie, la potatura di alberi, il diserbamento di aree della città. Altre piccole cose che fanno grande una città è l’attenzione per la parte produttiva e sociale. I nostri imprenditori, malgrado tutto, con coraggio stanno provando ad alzare la testa da soli. Le crisi economiche che si sono susseguite negli anni e non ultima quello della Pandemia hanno stremato e quasi distrutto il sistema economico nella quasi indifferenza del Governo locale.
Questo periodo poteva essere un’occasione per azzerare e ripartire “con il piede giusto”. Nulla di tutto questo. Nemmeno un banalissimo blocco delle tasse comunali utile per risollevare la fiducia degli imprenditori.
Nulla di più. Piccole cose, ma Orlando non è più il Sindaco delle piccole cose. Ha sempre guardato “oltre” e glielo riconosciamo, ma occorre altro: le banalità che Orlando snobba.
Palermo deve uscire dalla fiction e tornare alla realtà. Occorre sognare e pensare alle grandi cose, ma quando la mattina ci alziamo occorre organizzarsi per fare quelle piccole cose che fanno grande Palermo e rendono giustizia e normalità ai palermitani.
Il tema dell’abusivismo viene trattato con due pesi e due misure mentre delinquenza e disoccupazione crescono a dismisura.
Palermo non può essere solo attenzionata ( poi nemmeno tanto) per la bellissima aerea pedonale, tra nuove piste ciclabili (non tanto belle), tram e affini. Pure. Certo che si.
Palermo può essere bella solo se la curiamo nelle cosiddette banalità, dove purtroppo e con onestà dobbiamo dire che il Sindaco ha toppato insieme ai suoi assessori. Ha fallito probabilmente perché Lui ama fare altro. Internazionalizzare il Brand Palermo è la sua mission. Lo fa collaborato dai suoi pochi e fidatissimi (forse) gruppo di amici, mettendo dentro forzosamente, anche se c’entra poco, l’emigrazione, l’accoglienza ad ogni costo e per contrapposizione politica, emarginando una consistente parte di palermitani, specie quelli che non condividono il suo pensiero.
Si. Orlando è questo “tipo” di Sindaco e stavolta e per sfortuna “una botta d’acqua” ha fatto saltare il sistema e i nervi della comunità che ne chiedono le dimissioni e purtroppo manco la Santuzza l’ha potuto salvaguadare dalla calamità. Probabilmente anche Rosalia è stanca di salvare Palermo dalla peste, quella che non c’è.
F.P.