Pubblicato il 3 aprile dal Comune di Palermo il primo Avviso rivolto ai cittadini per presentare, entro il 18 maggio, proposte progettuali da realizzare con forme di democrazia partecipata e da finanziare con i fondi della legge regionale, che ammontano per quest’anno a € 302.222,63, corrispondente al 2% delle risorse trasferite dalla Regione Siciliana al Comune di Palermo nel 2022.
L’importo, nel corso dell’anno, verrà rivisto a seguito di definizione del trasferimento regionale per l’anno in corso e delle disponibilità di spesa dell’ente.
Possono presentare proposte tutti i residenti dai sedici anni in poi, associazioni, ditte, enti pubblici e privati, scuole di ogni ordine e grado e tutti gli organismi di rappresentanza che abbiano sede legale o operativa nel territorio comunale. Per farlo basterà compilare la scheda allegata all’avviso, disponibile sul sito web istituzionale o presso l’Ufficio Relazioni con il pubblico del Comune, da inviare tramite raccomandata, email o pec o consegnare a mano presso l’ufficio protocollo della Segreteria Generale.
Ogni proposta non potrà superare l’importo di €75.555,66 corrispondente al 25% del totale dei fondi disponibili.
Le proposte per l’anno 2023, come indicato dalla Giunta, dovranno essere riferite ad una delle seguenti aree tematiche: decoro urbano e viabilità (comprese aree verdi e recupero edilizio); politiche socio-educative, sportive e giovanili; attività culturali e turismo; servizi digitali connessi alle precedenti voci.
La democrazia partecipata, quale modello di procedura politica che punta all’inclusione, alla collaborazione e ad un rapporto trasparente fra istituzioni e società civile, si fonda sul principio di una relazione interattiva, collaborativa fra soggetti pubblici e società civile, finalizzata a migliorare il perseguimento dell’interesse generale.
L’idea della democrazia partecipata ha radici antiche ma si diffonde nel lessico politico contemporaneo a partire dagli anni ‘70 del secolo sorso per poi ritornare nei decenni successivi mutando e precisando il proprio significato. Da modello alternativo ai sistemi democratici di rappresentanza è divenuta forma di integrazione delle istituzioni rappresentative per “democratizzare la democrazia”.
Malgrado l’importanza di attivare processi condivisi, da oltre otto anni dall’entrata in vigore della legge regionale siciliana sulla democrazia partecipata 1 Comune su 4 risulta ancora inadempiente. Nel 2022 infatti sono state 96 su 391 (24,8%) le città che non hanno attivato i processi e conseguentemente perso le somme disponibili, compreso il Comune di Palermo per mancanza di apposito regolamento approvato solo lo scorso novembre.
Questo il dato sconfortante, scaturito da “Spendiamoli Insieme”, il progetto di monitoraggio civico sulla democrazia partecipata realizzato dall’associazione no profit Parliament Watch Italia.
Caterina Guercio