Da giorno 24 aprile fino al 4 maggio 2020 è in esposizione presso il Bar Tabacchi Badalamenti nella borgata di Partanna Mondello, l’ultima creazione del giovane artista palermitano Alessandro Armetta.
L’avere scelto un Bar per l’esposizione dell’opera nell’era del Coronavirus è inusuale ma ma non è casuale, in primis in quanto costretti dalle restrizioni sanitarie e secondo poi perché rappresenterebbe una speranza di ripresa e di rinascita per tutti, d’altronde da un personaggio come Armetta malgrado la giovane età (poco più che un ventenne) c’è da aspettarsi scelte controcorrente e talvolta non condivisibili, proprio come la sua arte.
A vedere l’artista nella quotidianità sembra disincantato con un look “sinistroide”, predilige abiti anni 70 e 80 che gli regalano il nonno o lo zio, tremende sono le sue tute a dir poco inguardabili che lo rendono più simile ad un ROM, senza offesa per nessuna etnia, ogni popolo ha il suo modo di essere, fino a tal punto che spesso questo suo “modus vivendi” può prestarsi anche ad inutili pregiudizi.
Siamo stati sul posto ad esaminare il nuovo lavoro “#Abusivo” fatto di ferro, cotone bianco e colorato con lo spray, gli elementi poveri con i quali Alessandro Armetta ha plasmato la sua ultima creatura visionaria.
Per Armetta il suo è un gesto perpetuo, come quello di creare un muro, in questa sua dimensione ritorna in modo costante come un gesto istintivo , lo stesso provoca uno spaesamento utile a far capire come il cemento invade la terra, il nostro paesaggio violato giornalmente, i ferri precari utilizzati dall’artista rappresentano i continui abusi paesaggistici dell’uomo i quali turbano la visione, la sua opera nasce da materiali abbandonati dagli uomini , è un momento creativo sofferto ispirato da un bel promontorio a ridosso di Partanna Mondello, Pizzo Sella, passato alla cronaca cittadina per le gravi violazioni edilizie perpetrate sotto gli occhi di tutti.
Le creazioni di Armetta sono lo specchio di una continua ricerca identitaria, quel che crea può essere tutto e niente, fantasia e sregolatezza di un’artista palermitano “abusivo” proprio come il suo ultimo lavoro in quanto scomodo, ermetico, talvolta ingombrante , intrinseco di idee e follie creative virali, la sua caparbietà nell’insistere nel realizzare lavori apparentemente incomprensibili un percorso decisamente non facile sarà la sua forza, Armetta ci ricorda le parole di una delle prime canzoni dei Litfiba il cui titolo è “Bambino” dove in un passaggio ritroviamo la sua voglia di esistere gridata a tutto il mondo: “Mentre il Nulla ruba i migliori Vorrei sapere Perché non è reato Fare la puttana di stato Ed abusare ogni potere E sono senza un letto Ma mi basterebbe un tetto Almeno fino a domani Prima che la marea cresca Sono un ragazzo Ricordatevi che esisto Sono il re del Nulla”.