Palermo. Inaugurazione dell’Anno Giudiziario Tributario
Liti in aumento e criticità sul reclutamento dei nuovi Giudici
Si è tenuta oggi, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Palermo, l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Sicilia.
Il Presidente, Dr. Antonio Novara, ha rilevato che il numero di nuovi procedimenti sopravvenuti a livello nazionale, sia in primo che in secondo grado, è andato scemando fino all’anno 2021, mentre ha subito una brusca impennata, per quanto riguarda i ricorsi proposti in primo grado, tanto nel 2022 quanto nel 2023; un dato valevole anche per la Regione Sicilia con riguardo ai ricorsi pervenuti in primo grado, che sono stati circa 215.000, con la sopravvenienza più alta avutasi presso la Corte di primo grado di Catania (quasi 59.000 ricorsi). A fronte di questo dato, che suscita più di qualche riflessione, le Corti siciliane di primo grado hanno, però, esaurito il maggior numero di ricorsi a livello nazionale (ben il 20,7%, con 320.739 decisioni), seguite da Campania ( 8,7%) e Lazio (14,2%); nel contempo il Presidente ha rilevato le problematiche relative alle carenze di organico. In tale contesto quello che, preoccupa sono soprattutto i tempi necessari per dar corpo ai nuovi organici. La riforma ha al riguardo attribuito a 100 giudici ed. professionali (di cui 50 provenienti dalla magistratura ordinaria e altri 50 dalle altre magistrature, che avessero determinati requisiti di anzianità anagrafica e di servizio) la facoltà di transitare nella magistratura tributaria; e ha autorizzato, inoltre, il Ministero dell’Economia ad assumere, tramite concorso, 68 magistrati per ciascuno degli anni dal 2024 al 2030 (in tutto 476 unità), così da arrivare, alla fine del periodo, al completamento dell’organico dei magistrati professionali.
Com’era ampiamente prevedibile, la manovra straordinaria di reclutamento dei magistrati togati non ha, però, sortito l’effetto sperato. Infatti, rispetto ai 100 posti disponibili, sono state presentate solo 37 domande di transito, ma, come se ciò non bastasse, per effetto di revoche o negative valutazioni da parte del Consiglio di Presidenza, solo 22 giudici sono stati effettivamente nominati magistrati tributari e hanno assunto le nuove funzioni appena due mesi fa, nei primi giorni dello scorso mese di febbraio. Con la conseguenza che della schiera di 100 magistrati, che, nelle intenzioni del legislatore, avrebbero dovuto imprimere la prima energica spinta propulsiva alla riforma, soltanto di poco più di un quinto siamo già in grado di disporre. Tutto questo, secondo il Presidente Novara, ovviamente non favorisce affatto il corso della riforma che, in queste condizioni, è davvero difficile prevedere quando potrà entrare a pieno regime; così come non appare per nulla coerente con le finalità che si propone diluire in troppi anni il definitivo completamento dell’organico dei magistrati professionali.
Il Dr. Giulio Corsini, componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria ha evidenziato l’attenzione che il nuovo Consiglio ha nei confronti del tema del reclutamento dei Magistrati tributari con particolare al prossimo concorso sul quale è intervenuto il D.L. n. 19 del 2024. Ha anche sottolineato l’importanza delle attività di formazione e dell’Ufficio Ispettivo previsto dalla L. 130/2022.
L’anno giudiziario della Corte di Giustizia tributaria della Sicilia che abbiamo inaugurato costituisce un importante punto di svolta per la giustizia tributaria, ha affermato il Presidente dei Dottori commercialisti di Palermo, Dr. Nicolò La Barbera; ciò sia sotto il profilo processuale, per le rilevanti novità introdotte con il decreto legislativo n. 220 del 30 dicembre 2023 di attuazione della delega fiscale, sia sotto il profilo ordinamentale perché si potrà dare finalmente corso alla riforma degli organi di giustizia tributaria, voluta dalla legge n. 130 del 31 agosto 2022, con l’indizione del primo concorso per l’assunzione dei nuovi magistrati tributari. Serve un impegno corale da parte di tutti i protagonisti di questa storica riforma. I commercialisti siciliani sono al fianco delle Istituzioni e del Paese.
Il Prof. Avv. Angelo Cuva, V. Presidente di Uncat e Componente della Commissione di Diritto Tributario del CNF, ha affermato che la riforma della Giustizia tributaria realizzata con la L. 130 del 2022, nel suo disegno generale, costituisce un passaggio di rilevanza storica sia perché è intervenuta in modo strutturale sulla composizione degli organi giudicanti regolata da un impianto normativo risalente al 1992, sia perchè ha utilizzato una opportunità unica ed irripetibile (un “punto di non ritorno”), che è quella fornita dalla UE e cioè dal Recovery fund, nell’attuazione del PNRR. La L.130/2022 ha centrato l’obiettivo più importante e caratterizzante in termini identitari e di visione della riforma e, cioè, quello relativo al mantenimento e rafforzamento di una giurisdizione speciale in materia tributaria, costituita da Giudici professionali ed a tempo pieno, non part-time, assunti mediante concorso con esami sulle materie attinenti le funzioni giurisdizionali esercitate. In tale direzione la riforma ha allineato la giustizia tributaria alle altre giurisdizioni ed alle garanzie costituzionali sul Giusto processo di cui all’art.111. Ma questo “patrimonio” è a rischio. La criticità più rilevante e grave del momento attuale è, infatti, legata al reale e tempestivo avvio della riforma ordinamentale realizzata con la L. 130/2022.
E’, dunque, necessario che vengano introdotti con urgenza dei correttivi al regime transitorio che incidendo sui criteri di reclutamento dei magistrati tributari facciano si che tale fase sia contenuta in tempi ridotti e ragionevoli per dare pienezza applicativa all’esigenza primaria di avere solo giudici che siano dedicati a tempo pieno all’amministrazione della giustizia tributaria. In questo particolare momento il “cuore” della riforma, i suoi benefici, il risultato storico rimane – in qualche modo – “sospeso”, condizionato, in una dimensione “potenziale” e non attuale se non va a regime il processo di reclutamento dei giudici professionali. Su questo tema bisogna, quindi, concentrare l’attenzione su interventi normativi urgenti che riguardano i concorsi ( si ricordi il recente D.L. 19/2024), per evitare che si abbiano due Giustizie tributarie, una virtuale e potenziale ed una effettiva, vivente sostanzialmente analoga al sistema pre riforma, ma anche per impedire – in relazione al decalage attualmente previsto – che si possa determinare una forte limitazione se non una paralisi dell’attività delle Corti.
Altro tema attuale e di particolare rilievo per la giustizia tributaria, continua Cuva, che è stato correttamente rilevato proprio dal rappresentante del CNF nell’inaugurazione dell’Anno giudiziario in Cassazione, è quello relativo all’utilizzo della giustizia predittiva e dell’intelligenza artificiale.
In particolare in quella sede si è fatto riferimento al progetto PRO. DI. GI. T. al quale il CNF venne invitato a collaborare dal Consiglio di Presidenza in qualità di partner, progetto predisposto con l’ambizione di poter costituire una banca dati delle decisioni di merito delle Corti Tributarie da porre a disposizione del Cittadino e del Giudice Tributario. Si deve però rilevare che l’ambizione della innovazione deve coniugarsi con la massima trasparenza e condivisione tra i soggetti chiamati a collaborare: “un progetto così ambizioso può raggiungere i risultati sperati solo attraverso una costante e concreta interlocuzione che invece è mancata nel fondamentale momento delle modalità di valutazione delle sentenze di merito”. In assenza dell’avvocatura, tale procedimento è stato affidato a sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio, per i quali non esiste, né ad oggi può esistere, una valutazione di conformità con la normativa europea, in particolare con l’ Artificial Intelligence ACT di recente approvato dal Parlamento Europeo. Sappiamo, conclude Cuva, per esserci confrontati con il Consigliere Corsini, che il nuovo Consiglio di Presidenza sta facendo una valutazione complessiva di tale progetto e auspichiamo che in tale contesto l’Avvocatura possa essere nuovamente coinvolta per dare il suo contributo ad un processo che alla fine deve – a nostro parere – portare alla istituzione di un Autority terza ed indipendente che garantisca che la progettazione e la gestione dei processi di Intelligenza artificiale applicati alla giustizia tributaria e la definizione degli algoritmi sia realizzata in modo da salvaguardare i diritti costituzionali dei contribuenti, con specifico riferimento ai principi di legalità e di capacità contributiva.
All’inaugurazione dell’anno giudiziario hanno sono intervenuti, tra gli altri, l’Avv. Salvino Pillitteri, V. Presidente di AMT, l’Avv. Francesco Lucifora, Presidente di Angit, la Dr.ssa Margherita Calabrò, Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate e il Prof. Avv. Andrea Parlato, Decano dei Tributaristi italiani.