Palermo e la nuova peste: la battaglia contro la sottocultura

Rosalia illumi con un miracolo la specie umana, tutta.

Palermo. La nuova peste si chiama sottocultura. Santissima, aiutaci tu.

 

Santa Rosalia, simbolo di speranza e rinnovamento, ci ispira a combattere la sottocultura che affligge la nostra città, guidandoci verso un futuro migliore.

 

Oggi, 14 luglio, sotto il sole cocente di Ermo, Palermo celebra Santa Rosalia, la sua amata protettrice. Questa giornata speciale segna non solo la tradizionale processione e la sfilata dei carri, ma anche il quattrocentesimo anniversario della scoperta delle sue reliquie, un evento che ha profondamente marcato la storia della nostra comunità.

 

Santa Rosalia, affettuosamente conosciuta come la “Santuzza”, è molto più di una figura religiosa per i palermitani. È il simbolo della resistenza, della purezza, della speranza e del rinnovamento. La sua storia, che risale al XII secolo, è quella di una giovane nobildonna che rinunciò a una vita di agi e privilegi per abbracciare la fede e la solitudine, vivendo come eremita nelle grotte del Monte Pellegrino. La sua dedizione a Dio e il suo sacrificio sono stati per secoli fonte di ispirazione per i cittadini di Palermo, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà.

 

La Palermo di oggi, come quella del passato, è afflitta da molteplici problemi. La delinquenza, l’illegalità e l’abusivismo sono solo alcuni dei mali che continuano a intaccare il tessuto sociale della città. Ma c’è un male più subdolo e pervasivo che sta avvelenando le radici della nostra comunità: la sottocultura. Questa è la vera peste del nostro tempo, una piaga che mina le fondamenta della società, alimentando l’ignoranza, l’indifferenza e la cattiveria.

 

La nuova peste si chiama sottocultura: un male che si nutre dell’ignoranza e della mancanza di opportunità, impedendo il progresso e la rinascita della nostra città.

 

La sottocultura si manifesta in molti modi: nella mancanza di rispetto per le leggi e le istituzioni, nell’abbandono scolastico, nella disoccupazione giovanile, nell’incapacità di riconoscere e valorizzare le proprie radici culturali. È un male che si nutre della povertà, della mancanza di opportunità e di una diffusa sfiducia nel futuro. È una piaga che spinge i nostri giovani a cercare fortuna altrove, emigrando in cerca di lavoro e di sogni che sembrano irraggiungibili nella loro terra natale.

 

Ma Palermo non è solo delinquenza e sottocultura. Palermo è una città di straordinaria bellezza, ricca di storia, arte e cultura. È una città che ha dato i natali a grandi artisti, scienziati e intellettuali. È una città che ha un potenziale enorme, che deve solo essere riscoperto e valorizzato. La processione di Santa Rosalia, oggi, non è solo un rito religioso, ma un appello accorato a questa grande santa affinché interceda per noi, aiutandoci a liberare la nostra città da questa nuova peste.

 

“Santa Rosalia, o Santuzza, salvaci dalla nuova peste, che è la sottocultura”, preghiamo con fervore. Aiutaci a costruire una Palermo nuova, una città che rifiuta la violenza e l’illegalità, che valorizza l’educazione e la cultura, che offre opportunità ai suoi cittadini e che sa accogliere e integrare. Una città che sa proteggere i più deboli e che combatte ogni forma di abusivismo e criminalità.

 

La Palermo del futuro deve essere una città in cui i giovani non sono costretti a emigrare in cerca di opportunità, ma possono realizzare i loro sogni proprio qui, nella loro terra natale. Deve essere una città che investe nelle sue risorse, che sa valorizzare il suo patrimonio culturale e naturale, che promuove la legalità e la giustizia. Deve essere una città che sa guardare al futuro con fiducia e speranza, senza mai dimenticare le lezioni del passato.

 

Oggi, mentre celebriamo Santa Rosalia, rivolgiamo a lei una preghiera accorata: “Santuzza, aiutaci a costruire una Palermo nuova”. Una città che sa rispondere ai bisogni dei suoi cittadini, che sa proteggere i più deboli e che sa offrire opportunità a tutti. Solo così potremo onorare veramente la memoria della nostra amata protettrice e garantire un futuro luminoso alla nostra amata Palermo.

 

E allora la celebrazione di Santa Rosalia non deve essere solo un momento di festa e di devozione, ma anche un’occasione per riflettere sul futuro della nostra città. Palermo ha bisogno di riscoprire le sue radici culturali, di investire nell’educazione e nella cultura, di combattere ogni forma di abusivismo e criminalità. Ha bisogno di costruire una comunità basata su valori di rispetto, solidarietà e giustizia. Solo così potremo sperare in un futuro migliore, per noi e per i nostri figli.

 

Rosalia, o Santuzza, o Santa Rosalia, salvaci dalla nuova peste, che è la sottocultura. Palermo soffre di sottocultura, ma con la tua guida e la tua protezione, possiamo sperare in un futuro di rinascita e di speranza.

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