CONTI CHIUSI A PALERMO: LA POLITICA DI FORZA ITALIA PIACE E DOMINA ANCORA.
Finite le amministrative in Sicilia e tirando le somme si evince che il centro destra è la corrente politica che piace più ai siciliani.
Si registra, inoltre, quanta rabbia e passione c’è, malgrado ogni tutto, da parte del cittadino, che pur essendo, particolarmente indisciplinato, quando decide che occorre cambiare, s’impegna a cambiare.
Tutto ciò è dimostrato da un clamoroso fatto: la venuta a Palermo dell’ex Presidente del Consiglio Conte, che nel sito rosso di Villa Filippina, aveva fatto immaginare l’arrivo di “una botta di voti” al movimento di cui detiene la responsabilità (almeno fino a ieri). La sua presenza a Palermo era stata registrata come quando Gesù Cristo moltiplico pane e pesci per sfamare il popolo. Nel caso specifico il dono della misura, ovvero la moltiplicazione del reddito di cittadinanza.
“Conte è u papà ru reddito di cittadinanza, senza di lui, potevamo morire di fame” commentava così un cittadino accorso all’incontro con Peppino 5stelle. Baci, abbracci, feste e cotillons.
Ma ormai è più che risaputo che dalle parti nostre “tutto è dovuto e niente ti devo”.
In effetti è accaduto proprio questo “il prio a Conte non deve mancare, il voto invece si, rimandato”.
Ecco quindi che il potentissimo flop del movimento 5 stelle a Palermo delinea un riposizionamento in classifica del movimento del comico Grillo anche in un ambito più esteso, le regionali a breve.
Purtroppo, ahi loro, il tempo in cui “Berta filava” è finito.
Si è capito, senza ombra di dubbio, che il movimento del “vaffanculo” era diventato più politico e governativo di altri. “La scatoletta – così chiamava la “cosa pubblica” Grillo e Company – da aprire e svuotarla” è diventata la barzelletta delle barzellette.
Ma torniamo a casa nostra, Palermo.
La sinistra, il centro sinistra e collegate, che non agiscono più da sinistra, hanno perso.
Scompare, non con poca umiliazione, Giusto Catania con la sua Sinistra Comune ed Ecologica” e tutta la giunta orlandiana. Il PD, pur non occupandosi già da tempo di cose normali, lavoro, imprese e problemi di casa, tiene il tiro ottenendo 5 seggi.
A rischio, anzi a pelo, arriva Fabio Giambrone, ex vice sindaco, che si piazza quint’ultimo, superato da Miceli, primo, Piccione. Arcoleo, Lupo. in ordine di preferenze.
“Se l’è vista pietre pietre”
Ferrandelli, non più giovanissimo, ma vecchio veterano consigliere uscente, ha fatto il “botto” di risultati con l’ottenimento di 4 seggi. Fabrizio ha tirato il “carro” di questa campagna elettorale da solo e con partiti che a Palermo non contano nulla. Un successo per l’operazione, una sconfitta come candidato sindaco, ma viaggia veroso Palazzo di città insieme ad Argiroffi, Canto, Forello.
L’UDC palermitano, a guida di Elio Ficarra e Andrea Aiello, partito anzitempo, ha toppato di brutto. Non ha superato la soglia. Zero consiglieri.
Probabilmente CESA dovrà rivedere l’organizzazione di un partito che non riesce a fidelizzare un proprio elettorato.
Non male invece il “Progetto per Palermo, Miceli Sindaco” a cui vanno tre seggi: Chinnici, Giaconia, Di Gangi. Miceli avendosi portato dietro la “croce” di Orlando, tutto sommato non acccucchiò malafiura.
Il partito di Salvini, Prima L’Italia – Lega, se ne esce un poco “struppiato”, Becca 3 seggi, ma è chiaro che le aspettative erano altre. I conti non appattarono come preventivato. Salgono dunque tre veterani del Comune: Figuccia, Caronia, Anello.
La DC di Cuffaro, che ha subìto di tutto, porta a casa un grande risultato: tre seggi con Imperiale, Bonanno, Raja.
Una importante soddisfazione arriva anche a “lavoriamo per Palermo Lagalla SIndaco” con l’ottenimento di ben cinque seggi buoni come il pane: salgono in ordine di preferenze: Chinnici, Mancuso, Rappa, Alotta, La Colla.
Ma la sfida vera interna al centro destra, poco velata, era tra due contendenti alla guida alle prossime regionali in Sicilia: Fratelli D’Italia e Forza Italia a quest’ultima “andata da DIO”.
Il Partito della Meloni, che dunque continua a crescere, porta a casa sei seggi, nel seguente ordine: Scarpinato, Milazzo, Rini, Canzoneri, D’Alessandro, Ferrara. Ottimo risultato.
Forza Italia, che a Palermo rimane la forza più sentita dai siciliani, porta a casa 7 seggi di valore politico e di cambiamento. Vanno a Palazzo di città nell’ordine di preferenze gli uscenti e determinati Zacco, Meli, Inzerillo, Tantillo, Puma, Piampiano, Terrani.
Quattro su sette seggi conquistati dal gruppo di Forza Italia a guida Edy Tamajo che si rivela vero gruppo politico coeso e rispettoso nei confronti della comunità.
I suoi candidati al consiglio godono di grande rispetto e stima dei palermitani.
Il loro impegno è stato costante nelle periferie, nei mercati storici, e dove occorre presenza e aiuto. Tutto questo è di dominio pubblico.
Possiamo ancora credere che si può fare buona politica. Ascoltare i cittadini, vivere il territorio, fare sentire la presenza istituzionale e mettersi a disposizione della comunità è la vera mission di chi sceglie di amministrare la cosa pubblica.
Ad ogni modo, di certo c’è che l’uscente Orlando e tutta la giunta ne escono “mazziati” per bene.
Mazziati dal popolo palermitano proprio per questo motivo, ovvero il loro fare politica da anarchici ha fatto svanire totalmente quel dialogo tra governo della città e cittadinanza. Un risultato di tipo “punitivo”.
La “visione” di Orlando, non condivisa, ha oscurato quella “partecipazione attiva” di cui l’Amministrazione uscente decantava a volume altissimo.
Adesso, dunque al Magnifico Sindaco Lagalla e alla nuova governance, l’onore e l’onere di correre speditamente per risollevare la quinta città d’italia.
Sappiamo che non sarà facile e che di lavoro e cose da fare ce n’è!!
Travagghiamu