Il tema è sempre quello ed è attuale, ma che mette in discussione ancora il sistema della gestione dei beni confiscati: le estorsioni.
Si continua a respirare brutta aria a Palermo e dopo gli scandali sulla gestione dei beni confiscati che hanno visto nomi diciamo illustri della magistratura e potenti avvocati in affari, oggi un altro brutto colpo è stato assestato dai finanizieri di Palermo nei confronti del commercialista Antonio Lo Mauro, 55enne, nominato amministratore giudiziario e indagato per estorsione aggravata dall’abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione.
Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i Finanzieri del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo, con la quale è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del dottore commercialista Antonio Lo Mauro (cl. ’66), indagato per il reato di estorsione aggravata dall’abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione.
Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno disvelato condotte illecite tenute dall’indagato nell’ambito di rapporti lavorativi correlati all’incarico di amministratore giudiziario che lo stesso riveste dal settembre del 2015, su nomina del Tribunale di Palermo.
In tale contesto, l’indagato avrebbe costretto un consulente fiscale e contabile delle società in amministrazione giudiziaria a corrispondergli indebitamente, in più tranche, la somma complessiva di 5.000 euro in contanti, nonché a pagare indebitamente un debito di 6.240 euro contratto dallo stesso LO MAURO con un altro professionista.
Prosegue l’azione delle Fiamme Gialle palermitane, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, a tutela della corretta esecuzione delle delicate funzioni connesse allo svolgimento delle procedure di amministrazione straordinaria delle imprese oggetto di sequestro e confisca.
“Purtroppo storie di cronaca come quest’altra di Lo Mauro – scrive Valeria Grasso capo dipartimento Forza Italia beni sequestarti anti racket e anti usura – non fanno bene al Paese. Se pensiamo che Lo Mauro doveva essere il dopo “Seminara/Saguto” mi viene da piangere. Questo professionista, incaricato dal Tribunale, accusato di estorsione, doveva farci dimenticare quelle indicibili storie di potere gestito dal male. Queste vicende di cronaca buia fatta da amministratori che, anzichè amministrare con correttezza e trasparenza e per la continuità lavorativa di quel “bene”, operavano nell’interesse proprio e non in linea con la legalità, ci fanno perdere la speranza del credere. Il loro amministrare, così come la magistratuira ci ha dimostrato, era il cosiddetto “colpo di grazia” per morte sicura, ovvero portare a fallimento il bene gestito dopo averlo sventrato senza pietà. Oggi – conclude la Grasso – occorre che le ISTITUZIONI preposte non perdano altra credibilità e che l’affidare a taluni soggetti la gestione di beni confiscati non sia uno scontato: chi predica bene è un bravo predicatore”.