Chi non ricorda la bomba d’acqua abbattuta su Palermo lo scorso 15 luglio?
Tanti TG parlarono per la scansata tragedia e per i danni causati da questa calamità naturale che si aggiungeva alle altre criticità che subiva la città di Palermo.
Subito dopo, la Regione informava che avrebbe avviato la procedura per decretare lo stato di calamità per così provvedere a dare un ristoro ai cittadini e alle imprese colpite dall’alluvione.
Sebbene fosse tutto comprensibilmente semplice e malgrado le tantissime criticità che il Paese soffriva, la Regione immediatamente mise a disposizione 900mila euro quale primo aiuto.
Ma cosa è successo oggi?
Le opposizioni e parte della coalizione di governo si accorgono che la Regione NON ha nemmeno avviato l’iter.
La situazione non è solo grave per la “dimenticanza”, ma soprattutto per l’assenza di sensibilità verso chi soffre e che con ansia attendeva l’aiuto promesso e previsto.
Le opposizioni, giustamente, non si sono risparmiati su critiche e consigli che sanno di provocazione.
“Siamo certi che la mancata risposta, ad oggi, della Regione alla richiesta di dichiarare lo stato di calamità naturale per la città di Palermo, a seguito dell’alluvione di luglio, sia solo il frutto di una svista e del concitato periodo che tutte le amministrazioni pubbliche stanno vivendo.
Dopo aver dato un primo segnale positivo con lo stanziamento di 900 mila euro, comunque non sufficienti per ripagare i danni subiti da centinaia di cittadini, la Regione deve immediatamente recuperare il tempo perso, anche per non alimentare sterili polemiche da parte di chi non si è mai occupato di questa città è che non risolvono alcun problema.
Facciamo appello al Governatore Musumeci affinché venga immediatamente chiesto al Governo nazionale lo Stato di calamità e si possa cominciare l’iter per rimborsare i palermitani dei danni subiti”.
Lo dichiarano i consiglieri Marianna Caronia e Sabrina Figuccia del gruppo misto, con i capogruppo della Lega Igor Gelarda, di Fratelli d’Italia Francesco Scarpinato e di Forza Italia Giulio Tantillo.
“Il fatto che la Regione Siciliana non abbia nemmeno avviato la procedura per la dichiarazione dello stato di calamità naturale a Palermo a seguito della bomba d’acqua del 15 luglio è gravissimo. Centinaia di cittadini fra cui molte imprese hanno subito danni a volte anche per decine di migliaia di euro e dopo oltre tre mesi, nonostante due lettere del Comune, tutto tace. Non mi risulta che per altre zone della regione colpite da analoghe calamità vi siano stati questi ritardi e non vorrei che dietro questa “dimenticanza” ci siano finalità politiche.
Ma almeno adesso è chiaro dove sono le vere responsabilità nel ritardo dei rimborsi”. Lo dichiara il consigliere comunale Ottavio Zacco.