Il 17 giugno il volo AZ-611 operato con un Airbus 330/200 (marche EI-EJL) della ITA Airways, decollato dallo scalo di New York e diretto all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Roma-Fiumicino, è partito nonostante una collisione a terra con un Boeing 777/228 dell’Air France. Secondo una prima ricostruzione, mentre il primo stava uscendo dalla pista 31L, l’altro era parcheggiato al finger perché da poco atterrato. Da bordo dell’aereo francese è partita una comunicazione che segnalava una collisione con il velivolo di ITA Airways.
In pratica una delle due winglet, un dispositivo usato per migliorare l’efficienza aerodinamica dell’ala diminuendo la resistenza indotta causata dai vortici d’estremità e a risparmiare carburante, poste all’estremità delle ali dell’Airbus, avrebbe toccato il Boeing all’altezza del timone di coda, procurando un taglio.
L’equipaggio dell’aeromobile dell’Air France, ha ripetutamente chiamato la torre di controllo, dicendo che il velivolo italiano li aveva colpiti durante il rullaggio e chiedendo di non far decollare l’aeromobile di ITA: una discussione durata a lungo, forse troppo.
Il comandante dell’Airbus di ITA ormai sull’oceano e diretto verso l’Italia, ha risposto che nessuno a bordo si era accorto di niente (probabilmente perché il tocco è stato lieve) ed ha proseguito regolarmente e solo a Roma si è proceduto a tutte le verifiche del caso. Secondo quanto ricostruito finora, sull’aereo italiano, nessuno si sarebbe accorto di nulla, nemmeno nella cabina di pilotaggio, confermando la lieve entità dell’urto. In questi casi gli aerei vengono tenuti fermi e sottoposti a scrupolose verifiche di sicurezza per evitare che i velivoli possano mettersi in volo in condizioni non ottimali di sicurezza.
All’arrivo nello scalo romano, il 18 giugno con 28 minuti di ritardo, i meccanici di ITA hanno effettivamente notato una macchia di vernice bianca all’altezza dell’aletta di estremità del velivolo. L’A 330 è stato fermato, una volta a Roma, per tutte le verifiche e ispezioni del caso, tornando in servizio dopo 24 ore. Il B 777 è rimasto fermo in aeroporto per almeno 64 ore ed ha avuto il via libera solo dopo le riparazioni.
Fabio Gigante