Inizia così la kermesse organizzata e voluta da Nello Musumeci nei tre anni di governo “abbiamo buttato il sangue giorno e notte per risanare quello che il precedente governo siciliano ci ha lasciato”. Una sorta di “scuse velate” per quello che effettivamente è stato o non è stato fatto.
La festa dunque s’è fatta ed è in corso.
Ci sono i festeggiati (tutto il governo tranne Turano per motivi familiari), ma NON ci sono gli ospiti (i Siciliani).
Una platea di dirigenti, funzionari e qualche manciata di amici sparsi, sedie vuote. Ordunque NON è festa? O c’è poco da festaggiare? Di sicuro c’è il rinfresco.
Ma andando al dunque: questa kermesse soffre di “sentimento” ed energia e tutta “mollacchio” manca il mordente e probabilmente non c’è entusiasmo, una fiction? O una festa mal riuscita? Eppure il Maestro direttore Musumeci, in questa prima opera del “trienno di Governo” allo Spasimo ha provato a dirigere la sua orchestra con la sua mezza bacchetta, ma mancava la musica e soprattutto il pubblico.
Anzi una piccola delegazione all’esterno c’era, ma solo per contestare l’operato del Governatore a colpi di “tre anni di michiate”.
Anche questa è politica, ma Nello di Sicilia, non bada a questa cose. Testa alta, sguardo avanti e si continua a festeggiare lo stessso, quello che conta è sugellare la ricandidatura a Governatore prima che qualcuno se ne pente.
Ma a dire il vero ci si aspettava tutt’altro da Lui – mentre con tono felice faticava a trasmettere – “va tutto bene io sono pronto a ricandidarmi e voi mi sosterrete”. Nulla di tutto ciò. Tra Musumeci e Palermo non c’è proprio feeling e dunque questa kermesse ha di fatto trasmesso una contraddizione pura e ha evidenziato che per la ricandidatura di Musumeci non è affatto un percorso di strada in discesa, anzi il contrario e a comprova di ciò lo ha più volte dichiarato il Presidente Miccichè ai nostri microfoni “Musumeci stavolta prima di parlare di ricandidatura dobbiamo mettere nero su bianco cosa fare. Si deve mettere in testa che la Regione non può essere solo Cataniacentrico, non scherziamo con le cose serie”…e si può stare certi che il Presidente dell’ARS non scherzava.
Ecco che la festa procede a ritmi lenti e continua sotto il pico del sole e con la sala ancora più vuota, ma l’occasione non sfugge ad alcuni per curtigghiare su politica e su vecchie facce che in questa circostanza sono riapparse, se pur con il dente avvelenato e il sorriso di circostanza, con l’intento di comunicare in modo velato “che nulla è scontato per Musumeci”.
Tra le vecchie facce e nel ricordo di questi ci ha pensato Miccichè raccontando a un gruppo di noi dell’A.R.V.A. (associazione Regionale Vittime di ALFANO) e dell’A.N.V.A. (Associazione Nazionale Vittime di Alfano) dedicato ai politici “caduti” per mano di Angelino di Agrigento e oggi aderenti alle sigle sopra rappresentate.
Ecco questo è stato uno dei pochi momenti di “sprint” della manifestazione.
E allora che la festa continui…ma gli amici se ne vanno?
Certo, c’è pure la partita.
Francesco Panasci