«Con l’interesse di Unicredit sul Monte dei Paschi di Siena si è passati dalle chiacchiere ai fatti e già questo, di per sé, è un elemento positivo. Tuttavia, è indispensabile avere chiarezza sui presupposti, concordati tra lo stesso gruppo Unicredit e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (azionista di controllo di Mps).
Vogliamo capire, in particolare, cosa significa che l’operazione riguarderà le “attività commerciali di Mps, attraverso la definizione di un perimetro selezionato”. Le parti interessate devono al più presto chiarire se si tratta di un cosiddetto “spezzatino”, perché crediamo e confidiamo che non sia così. In ogni caso, affronteremo questa situazione come sempre siamo abituati a fare. Seguiremo passo passo la trattativa tra il Mef e Unicredit, valutandone l’evoluzione.
La nostra posizione al riguardo è chiara fin dall’inizio: non abbiamo pregiudizi di sorta, così come non faremo sconti a nessuno per evitare che vi siano penalizzazioni per i dipendenti e per i territori.
I sindacati aziendali e le segreterie nazionali unitariamente sapranno salvaguardre i posti di lavoro ed è, dunque,
fondamentale utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, già ampiamente utilizzati in ogni gruppo bancario,
per analoghe situazioni.
È altresì auspicabile che i partiti la piantino di fare campagna elettorale sulla pelle del Montepaschi e di chi ci lavora, anche perché, poi, come sempre accaduto, i problemi da risolvere restano solo sulle spalle dei sindacati. Dalla classe politica, semmai, ci si attenderebbe il massimo impegno per favorire soluzioni che siano in grado di tutelare le lavoratrici e i lavoratori oltre che i territori e la clientela.
Siamo sicuri che il Presidente del consiglio, Mario Draghi, e lo stesso Mef, con il direttore generale del Tesoro,
Alessandro Rivera, sapranno come affrontare e gestire questa situazione, perché questa non può esere considerata una semplice operazione di mercato. Il movimento sindacale farà come sempre la sua parte». Lo
dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. (fonte Fabi)
L’annuncio di una trattativa fra Unicredit e il ministero dell’Economia per una messa in sicurezza definitiva di Monte dei Paschi, di cui attualmente lo stato e’ azionista con il 64% circa, ha fatto scattare subito le ipotesi sul numero di esuberi legato all’operazione.
Se voci sindacali parlano di 5-6mila uscite, altre fonti fanno notare che non e’ possibile fare una stima degli eventuali tagli di personale prima di capire che parti di MPS saranno effettivamente acquisite da Unicredit e se il Mef impostera’ altre trattative per i restanti assets.
“Evitare esuberi non necessari e’ un’altra variabile chiave nella selezione del perimetro da acquisire”, ha spiegato l’ad della banca milanese, Andrea Orcel. (fonte AGI)