Quella dei diritti è diventata una vera e propria ‘Mission Impossible’, come nel celebre film. Ma qui, tra finzione e realtà, al centro non ci sono acrobazie spettacolari, bensì le persone e i loro diritti.
Diritti bloccati: i numeri ci sono, ma non tornano e le famiglie arcobaleno restano in attesa
Il Consiglio Comunale di Palermo, ancora una volta, ha rinviato la discussione sulla mozione relativa alle trascrizioni dei figli delle famiglie omogenitoriali. Proprio come in una scena di ‘Mission Impossible’, la questione, che va avanti da oltre 15 mesi, sembra bloccata in un loop di rinvii e ostacoli. Ogni volta che la mozione sembra vicina a essere trattata, nuovi impedimenti, divisioni interne alla maggioranza e giochi politici bloccano l’avanzamento della proposta.
Sono passati esattamente 473 giorni da quando questa mozione è stata presentata per la prima volta. Come in un film d’azione, in cui il protagonista deve affrontare sfide apparentemente insormontabili, anche qui l’immobilismo del Consiglio, spesso privo del numero legale, rende questa ‘missione’ sempre più difficile. Nonostante i tentativi di superare le difficoltà, Fratelli d’Italia ha chiesto ulteriori emendamenti durante l’ultima seduta del 7 ottobre, rimandando di fatto l’approvazione.
Le tensioni in aula e i rinvii strategici
La seduta di ieri si è conclusa senza una votazione definitiva. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giuseppe Milazzo, ha nuovamente invocato un rinvio, sfruttando la mancanza del numero legale e facendo leva su un precedente accordo riguardante la discussione della mozione solo dopo l’approvazione del regolamento sulla movida. Questo ha portato a un nuovo stallo, con le famiglie arcobaleno che restano ancora in attesa di un riconoscimento dei propri diritti.
Già lo scorso giugno, alla vigilia del Palermo Pride, la Lega aveva bloccato una proposta bipartisan sui diritti delle famiglie omogenitoriali, sostenendo che la questione non fosse pertinente rispetto agli altri punti all’ordine del giorno. Anche in quel caso, la mozione venne stralciata, dando inizio a una serie di rimpalli che ancora oggi non trova una risoluzione.
Forza Italia e Democrazia Cristiana: tra numeri e mancate azioni
Nonostante Forza Italia e la Democrazia Cristiana appaiano ufficialmente compatti nel sostenere la mozione sulle trascrizioni, qualcosa non quadra. Facendo un semplice calcolo, sommando i voti dell’opposizione a quelli di Forza Italia e della Democrazia Cristiana, i numeri per l’approvazione della mozione ci sarebbero tutti.
Allora perché il testo non passa?
Questa è la domanda che si pongono in molti, compresi i sostenitori dei diritti civili e della comunità.
È evidente che ci sono forze politiche che “predicano bene ma razzolano male”. Sulla carta tutto sembra allineato, ma in realtà, dietro le quinte, le dinamiche politiche raccontano un’altra storia. Qualcuno potrebbe star agendo in modo silenzioso per bloccare un’iniziativa che, se votata liberamente, avrebbe i numeri per essere approvata. Questa discrepanza tra parole e fatti mette in discussione la trasparenza del processo decisionale e alimenta dubbi sulla reale volontà di alcuni attori politici di affrontare la questione.
Le dichiarazioni del Comitato Esistono i Diritti Traspartito
Gaetano D’Amico, presidente del Comitato “Esistono i Diritti Traspartito”, ha espresso ancora una volta la sua frustrazione e rabbia (non violenta) per come viene gestita la questione. “Ogni volta che si parla di trascrizioni delle figlie delle famiglie arcobaleno, il Consiglio comunale si nasconde dietro scuse, rinvii e manovre dilatorie,” ha dichiarato D’Amico. “Questo è un dibattito ideologico, ma la vera questione è la dignità umana. Stiamo parlando del rispetto delle persone, indipendentemente dal loro colore, orientamento o cammino di vita.”
D’Amico presiede un comitato che conta oltre 1600 iscritti, tra cui politici di ogni stampo e colore, giornalisti, avvocati, artisti di grande rilevanza e gente comune. Il Comitato “Esistono i Diritti Traspartito” è uno strumento apolitico e liberale, aperto a tutte le estrazioni sociali e politiche, (i politici che fanno parte hanno la doppia tessera) senza distinzioni di religione o sesso. Quando il comitato si esprime, lo fa con l’unico scopo di promuovere la missione dei diritti, un impegno che mette al centro l’umanità e la dignità di ogni persona. “Il continuo procrastinare dimostra come il Consiglio non riesca a portare avanti un’iniziativa fondamentale per garantire umanità e diritti a tutti. È necessario affrontare la questione con serietà e determinazione, mettendo da parte interessi politici e ideologici.”
Una maggioranza fragile e divisa
Il blocco sui diritti arcobaleno sta mettendo in evidenza le fragilità della maggioranza di centro-destra, incapace di superare le divisioni interne. Se da un lato alcuni partiti, come Forza Italia e Nuova Dc, si dichiarano pronti a votare la mozione, dall’altro Fratelli d’Italia continua a frapporre ostacoli. L’opposizione, rappresentata dal Partito Democratico, ha duramente criticato l’immobilismo del Consiglio. Mariangela Di Gangi, consigliera Pd, ha dichiarato: “Fratelli d’Italia sta negando al Consiglio comunale la possibilità di affrontare un tema scomodo per loro, ma fondamentale per il riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini.”
Un lungo iter ancora senza esito
al giugno 2023, il Consiglio ha rinviato la discussione più volte, anche in momenti chiave come l’approvazione del bilancio comunale e le elezioni europee. La mozione è stata oggetto di emendamenti e modifiche, in parte dovute alla richiesta del coordinamento del Palermo Pride di essere coinvolto nelle decisioni riguardanti le famiglie e i diritti civili. Tuttavia, l’ostacolo maggiore resta la divisione ideologica all’interno della maggioranza.
Oggi si ritenta.
Oggi, 8 ottobre 2023, la mozione sarà riproposta per l’ennesima volta. Dopo più di un anno di rinvii e manovre politiche, le famiglie arcobaleno continuano a essere private di un diritto fondamentale: il riconoscimento legale dei propri figli. Il Consiglio comunale è chiamato a una scelta cruciale, che non riguarda solo la politica ma la dignità umana.
Le parole di Gaetano D’Amico risuonano forti: “È tempo di mettere da parte l’ideologia e riconoscere il diritto di ogni famiglia, senza distinzioni, nel segno del rispetto delle persone.“