Approvata in via definitiva la cosiddetta “Legge Salvamare”, presentata nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. L’aula del Senato, con 198 voti favorevoli, nessun contrario e 17 astenuti, ha dato il via libera definitivo al provvedimento che permette ai pescatori che recuperano plastica in mare di portarla in porto, dove le autorità devono riceverla e conferirla in apposite isole ecologiche affinché poi venga avviata a riciclo. Fino ad oggi, i pescatori erano costretti a ributtare in mare la plastica pescata, per non essere denunciati penalmente per trasporto illegale di rifiuti.
Il provvedimento, disciplinando il recupero dei rifiuti in mare, nei laghi, nelle lagune e nei fiumi, e promuovendone il riuso, rappresenta un importante sostegno della vita marina e dello sviluppo di una economia del mare più sostenibile.
Grazie a questa nuova legge i rifiuti accidentalmente pescati sono infatti equiparati ai rifiuti delle navi, ai sensi della direttiva europea, e potranno quindi essere conferiti separatamente ed in modo gratuito all’impianto portuale di raccolta. I costi di gestione di questi rifiuti sono coperti con una specifica componente che sarà inserita nella bolletta della Tassa sui rifiuti e sarà compito dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente disciplinare le modalità di applicazione di questa nuova componente, rendendola trasparente in bolletta.
Anche il Mare Mediterraneo è particolarmente esposto al problema della plastica. Secondo un report del WWF ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229 mila tonnellate di plastiche, l’equivalente del contenuto di 500 container. Tra i fattori scatenanti di questo enorme e complesso problema ci sono le attività costiere, una gestione inefficace dei rifiuti e le attività in mare come la pesca, la navigazione, che disperdono nasse, reti e cassette per il trasporto del pesce.
“Sono felicissimo, emozionato e commosso – ha commentato l’ex ministro Costa su facebook – La perseveranza, la testardaggine, la voglia, la passione, con un pizzico di pazzia parlamentare, hanno trasformato un’idea in una legge che fa bene al mare e all’Italia”. Costa ha anche spiegato le altre innovazioni della nuova legge: “Da oggi saranno possibili campagne di sensibilizzazione, di informazione, di partecipazione organizzate da cittadini volenterosi con l’aiuto dello Stato. Da oggi l’Educazione Ambientale entra prepotentemente in tutte le scuole italiane. Prima era possibile, ma non obbligatorio. Da adesso si. Inoltre, tutte le scuole dovranno fare raccolta differenziata, con l’aiuto degli studenti”.
Per Fedagripesca-Confcooperative la nuova legge è un validissimo aiuto; secondo le stime rilasciate all’Ansa ad inizio aprile, se la flotta da pesca italiana ad ogni uscita potesse portare a terra tutto quello che rimane impigliato nelle reti oltre al pesce, in 10 anni libererebbe il mare da 30 mila tonnellate di rifiuti.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Associazione Marevivo il 17 maggio, l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa definisce la legge Salvamare “una pietra miliare”; una legge di “conversione ecologica”, perché “rende partecipativo il percorso di vita quotidiana, ci aiuta a convertire il cittadino verso l’ecologia, che è un’altra cosa rispetto alla sola energia”.
Ma non tutte le Associazioni ambientaliste fanno un plauso a 360 gradi; secondo Greenpeace, pur rilevando l’importanza di questa legge, bisogna richiamare l’attenzione sul vero significato di attività di pesca sostenibile nella quale non rientra sicuramente quella a strascico che mette a rischio l’integrità dei fondali marini e pertanto non può essere equiparare ad altri tipi di pesca più responsabili.
Caterina Guercio