Il “Salva Palermo” non salva un bel nulla. Anzi..
Un’analisi dell’amministratore dott. Domenico Macchiarella.
L’emendamento da 150 milioni di euro per aiutare i Comuni siciliani, che fra le altre cose non è chiaro quanto realmente destini al nostro Comune, non salverà Palermo ne permetterà a questa amministrazione di rimettere i conti in ordine.
Anzi leggere i commenti trionfalistici di alcuni politici mi fa piombare nello sconforto. I comuni siciliani hanno un deficit nella capacità di riscossione dei tributi in larga parte dovuto alla mancanza di strumenti idonei a questa attività. La pandemia non ha fatto altro che compromettere le azioni più o meno incisive che le amministrazioni avevano fin li messo in atto ma il destino non sarebbe stato molto diverso. Raschiare il fondo significa toccare i servizi essenziali, il Comune di Palermo ha praticato un taglio ai corrispettivi delle società partecipate che dovrebbe preoccupare anche e sopratutto chi si candida a governarlo in futuro. Non saranno le “mancette” a rimettere in pista il bilancio e senza una riforma rapida del meccanismo contabile che sovrintende all’accantonamento di alcuni fondi che vincolano una quota di avanzo, quello macroscopico è il “fondo di accantonamento per i crediti di dubbia esigibilità”, Palermo non si salverà dal dissesto. Il timore più che fondato è che adesso si farà passare una “mancetta” pressoché inutile per un atto eroico e salvifico con il risultato di far perdere coscienza alle istruzioni circa reale dimensione del problema. Domenico Macchiarella