L’Iran per difendersi da un potenziale contrattacco di Israele sul suo territorio è pronto “a colpire soprattutto con i caccia Sukhoi-24”, ha ammonito ieri il capo delle forze aeree Hamid Vahedi alla parata dell’esercito, sottolineando al tempo stesso che la Repubblica islamica “è dotata di caccia più avanzati”. E non è un caso: il Sukhoi-24 infatti è sì un bombardiere tattico supersonico ma è di era sovietica e i velivoli su cui può contare Teheran arrivano addirittura dall’arsenale di Saddam Hussein.
Aerei e piloti iracheni ripararono infatti in Iran sul finire dell’operazione Desert Storm, nel 1991, e da allora alcuni sarebbero stati modernizzati ma non è chiaro quanti siano operativi. L’aeronautica militare iraniana (Forza Aerea della Repubblica Islamica dell’Iran) ha solo poche dozzine di aerei d’attacco inclusi vecchi modelli statunitensi acquisiti prima della rivoluzione iraniana del 1979, jet russi, cinesi.
L’Iran aveva acquisito 32 caccia Mig-29 come ultimi aerei da combattimento negli anni ’90 che si aggiunsero a 4 Mig-29 portati in Iran dai piloti iracheni in fuga durante la Guerra del Golfo del 1991. Attualmente, meno di venti di questi aerei sarebbero ancora in servizio. L’Islamic Republic of Iran Air Force – IRIAF dispone anche aerei da combattimento statunitensi tra cui una dozzina di F-14A Tomcat, una trentina di F-5E/F Tiger e loro derivati prodotti in Iran, oltre a una quarantina di F-4D/E Phantom II. Inoltre nel 1991, Teheran aveva acquisito una ventina di Sukhoi Su-24, russi ed ex iracheni, circa dieci Su-22, circa sei Su-25 e circa quaranta F-7N (Mig-21) cinesi.
Gli aerei da combattimento Su-35 iraniani rappresenterebbero un significativo salto in termini di capacità di combattimento aereo rispetto ai vecchi caccia nel suo inventario. Insomma non sono certo queste le armi che possono spaventare gli F-35 israeliani: Tel Aviv ne ha circa 70 dislocati nelle basi di Tel Nof e Nevatim, la stessa presa di mira dalla rappresaglia iraniana di sabato scorso. Per trovare qualcosa di più preoccupante per lo Stato ebraico occorre scavare nei meandri della proficua collaborazione che Teheran ha avviato con Mosca sulla scia della guerra in Ucraina.
A novembre scorso un comunicato pubblicato dalla Tass annunciava la conclusione dell’accordo per la fornitura dei Su-35s, caccia multiruolo russo di ultima generazione con una velocità e un raggio d’azione doppia rispetto al Sukhoi-24. La consegna era prevista entro il mese di marzo, nessuno sa se i velivoli siano già in Iran e soprattutto se siano pienamente operativi.
Fabio Gigante