L’ex vice presidente EU Eva Kaili torna libera
L’ europarlamentare Eva Kaili, coinvolta in un’inchiesta sulla corruzione al Parlamento europeo legata a Qatar e Marocco, è tornata in libertà e ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera.
Nell’intervista la Kaili sostiene che le confessioni di Antonio Panzeri, sono state ottenute sotto minaccia e chiaramente false.
La Kaili, tra le altre cose, ha sollevato gravi accuse riguardo ai servizi segreti del Belgio. Secondo Kaili, i servizi segreti belgi avrebbero spiato gli eurodeputati, in particolare i membri della commissione speciale Pegasus, incaricata di indagare sulle intercettazioni illegali di leader europei da parte del Marocco.
Questa rivelazione è stata definita da Kaili come un vero scandalo per la democrazia europea. La parlamentare ha evidenziato che il Parlamento dispone di protezioni che nessun lobbista può superare, tuttavia, la spionaggio da parte dei servizi segreti solleva preoccupazioni sullo stato di salute della democrazia europea. Non sono stati forniti ulteriori dettagli su come e perché i servizi segreti belgi avrebbero spiato gli eurodeputati.
Afferma, poi, che se avesse fatto nomi importanti del istituzioni sarebbe tornata libera a casa e pure subito, ma avrebbe dovuto mentire, motivo per cui ha deciso di non farlo.
L’europarlamentare continua a sostenere di essere estranea alle attività di Panzeri e che il suo arresto è stato dovuto a un episodio in cui suo padre ha portato via una valigia contenente 700 mila euro in contanti, ritenuti provento delle attività illecite del marito Francesco Giorgi.
Certamente l’ex vice presidente nell’intervista poco dice su tutto quel contante in valigia trovato a casa. Della vicenda denaro rimane molto vaga, ai limiti dell’evitate di parlarne, precisazione che purtroppo lascia ancora a noi tutti molti, molti e molti dubbi. Ciò viene abbondantemente dimostrato dai commenti sui social dove la società online non si è risparmia, anzi, si è scatenata contro senza limiti.
La Kaili probabilmente non ha compreso che l’opinione pubblica non l’accetta più.