Renato Cortese torna nella sua Palermo che lo adotterà “per il suo grande impegno, le sue capacità professionali e lo stile, si legge in una nota, che ha sempre contraddistinto il suo lavoro”.
La cerimonia si terrà martedì 4 ottobre alle ore 16.00 presso l’Aula Consiliare di Palazzo delle Aquile; a conferire il riconoscimento di cittadino onorario sarà il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
A seguire alle ore 17,00, per festeggiare sia l’importante riconoscimento sia il ritorno di Cortese in città, ci sarà un evento nella zona pedonale davanti alla Cattedrale organizzato da Confcommercio Palermo, l’associazione Cassaro Alto, la Fondazione Federico II e la Comunità Danisinni Ets, in collaborazione con l’associazione Quarto Savona 15, l’International Inner Weel Distretto 211 Italia, gli istituti Pietro Piazza e Regina Margherita, il Pool Antiviolenza e per la Legalità e l’associazione Parco del Sole.
Cortese, nato in Calabria nel 1964, è entrato in polizia da funzionario nel 1991. Durante la carriera è stato alla guida della squadra mobile di Reggio Calabria e di Roma, al vertice dello Scorso, il Servizio centrale operativo, capo della Catturandi della squadra mobile di Palermo e infine questore del capoluogo siciliano.
Due anni fa, scrisse una lettera dai toni appassionati. “Ciao Palermo… con il cuore spezzato vado via da una città che mi ha accolto con affetto, che mi ha visto crescere ed invecchiare, che mi ha visto soffrire e gioire e che con me ha sofferto e gioito”, era stato condannato in primo grado per il caso del trattenimento e dell’espulsione dall’Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov e della figlia Aula, che, nel maggio del 2013, aveva 6 anni.
Il 9 giugno scorso è stato assolto in appello. Uno dei migliori poliziotti del nostro paese, un questore democratico, al quale la sentenza ha restituito la piena correttezza del suo operato quale grande uomo di stato. Renato Cortese nella sua carriera, prima di guidare la questura di Palermo, aveva catturato, tra gli altri, alcuni boss latitanti del calibro di Bernardo Provenzano, Pietro Aglieri, Gaspare Spatuzza, Enzo e Giovanni Brusca. Un “super poliziotto” che ha segnato un pezzo importante della storia dell’antimafia dopo le stragi del 1992.
Caterina Guercio