Prevista lunedì 20 giugno a Palazzo delle Aquile, Aula Consiliare, la proclamazione del nuovo Sindaco di Palermo Roberto Lagalla, espressione di una compattezza ritrovata nel centro destra che, se unito, vince, come si è visto da queste amministrative, tanto che si parla di modello da esportare nelle prossime regionali di autunno.
L’era della Visione Orlandiana giunge a termine non senza polemiche. Una Visione che sicuramente ha portato Palermo alla ribalta internazionale quale città dei diritti e dell’accoglienza diventando tra le maggiori mete turistiche internazionali ; ma dietro la Visione c’è la dura realtà dalla quale il nuovo Sindaco deve ripartire; una realtà sotto gli occhi di tutti i cittadini che invocano la normalità, quella di una città pulita (problema rifiuti), senza buche (strade e marciapiedi), senza traffico (ztl) e che dia dignità di sepoltura ai defunti.
Poi ci sono le grosse problematiche interne tra e quali la mancata approvazione del Bilancio (dissesto o piano di riequilibrio), la carenza di personale comunale (tempo pieno ai part time e concorsi), la riorganizzazione della macchina organizzativa, malgrado i tentativi di molti di spogliarsi degli abiti sino ad ora indossati, come avviene a teatro quando sta per cambiare la scena.
Anche la sede di rappresentanza del nuovo Sindaco è a rischio considero che Palazzo delle Aquile a breve sarà chiuso per lavori indifferibile e Villa Niscemi, dopo il caso legionella, resta ancora interdetta per lavori di adeguamento impianti e non solo.
Ma come si dice dalle macerie può comunque nascere un fiore, il fiore del cambiamento voluto dai cittadini, malgrado la forte astensione; importanti comunque saranno i primi passi del nuovo Sindaco perché anche in politica la prima impressione è quella che conta, nella speranza che il diktat del “Gattopardo” venga smentito.
Caterina Guercio