L’epatite C in Sicilia: una minaccia silenziosa

20mila siciliani non sanno di essere infetti

La necessità di una diagnosi precoce per combattere efficacemente l’Epatite C

 

In Sicilia, si stima che circa 20.000 persone siano affette da Epatite C senza esserne consapevoli, una situazione che mette in luce il problema della diagnosi mancante in un contesto di curabilità della malattia. Nonostante i notevoli progressi nel trattamento e nella prevenzione dell’Epatite C, che hanno ridotto significativamente i casi di infezione da HCV nell’isola, questo successo ha paradossalmente portato a una diminuzione dell’attenzione nei confronti della malattia.

Questa mancanza di vigilanza è particolarmente preoccupante data la semplicità ed efficacia delle cure disponibili oggi, purché la diagnosi avvenga in tempo. L’Epatite C non diagnosticata può evolvere in condizioni gravi e potenzialmente mortali, come il cancro al fegato e la cirrosi. I dati sono allarmanti: 1.500 persone vivono con il cancro al fegato causato da HCV in Sicilia, mentre i casi a livello nazionale sono circa 20.000. Allo stesso modo, ci sono 8.000 casi di cirrosi dovuta all’HCV nell’isola.

La malattia, se non riconosciuta e trattata, ha contribuito a circa 2.000 decessi annuali negli anni passati, una cifra che le nuove terapie hanno ridotto drasticamente del 40%. La chiave sta nella prevenzione e nella diagnosi precoce: riconoscere i sintomi e comprendere i rischi associati all’Epatite C è essenziale per combattere efficacemente la malattia.

Gli esperti insistono sull’importanza di promuovere un percorso diagnostico già esistente e semplice, per ridurre il numero di casi non diagnosticati e garantire l’accesso alle cure che sono non solo efficaci, ma anche di facile applicazione. Elevare nuovamente i livelli di consapevolezza e promuovere una cultura della prevenzione e della diagnosi precoce è l’approccio giusto per l’eliminazione dell’Epatite C come minaccia alla salute pubblica.

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