“Pochi giorni prima della sua morte una troupe cinematografica andò a trovare Ilse Hess nella casa di cura in cui soggiornava, nella speranza di intervistare la Vecchia Signora del Nazismo. Riuscirono a girare un filmato di qualche minuto. Osservandola eludere abilmente le domande con risposte evasive e monosillabi con un luccichio negli occhi e il sorriso sulle labbra è difficile liberarsi della sensazione che, nonostante tutto, Ilse pensasse che ne fosse valsa la pena”.
James Wyllie, autore di diversi saggi sulla storia del nazismo, con questo episodio, presenta il suo nuovo libro uscito per le edizioni Utet, dal titolo Naziste. Le mogli al vertice del Terzo Reich.
Un lavoro editoriale che racconta le diverse storie di donne, dai nomi quasi anonimi come Carin, Emmy, Magda, Margaret, Lina, Gerda e Ilse, ma che hanno avuto un ruolo importante, accanto ai principali collaboratori di Hitler dal calibro di: Goering, Goebbels, Himmler, Heydrich, Bormann, Hess, e le cui vite quotidiane erano pervase dall’ideologia nazista in ogni minimo aspetto.
L’opera, ricca di bibliografia studiando diari, lettere, libri di memorie e documenti d’archivio, esplora per la prima volta queste donne in dettaglio, intrecciandone abilmente le loro storie attraverso anni di lotta, potere, declino e distruzione nel crepuscolo postbellico di negazione e delusione. L’intera parabola nazista è costellata dagli scontri e dall’amore di queste donne devote ma ambiziose, impegnate a tessere trame e alleanze per aiutare le carriere dei mariti e il proprio avanzamento sociale. La storia le aveva relegate al semplice ruolo di inconsapevoli spettatrici delle azioni criminali dei mariti, come se nelle loro lussuose abitazioni, non fossero state piene di opere d’arte rubate o servitù, o cibo e prodotti provenienti dai campi di lavoro forzato.