“Non si arresta il processo di ridimensionamento della presenza di Intesa Sanpaolo in regione.
Dall’integrazione della Banca di Trento e Bolzano nel gruppo nazionale le filiali sono state dimezzate e il personale fortemente ridotto.
Un processo che è destinato ad andare avanti visto che il nuovo piano industriale del gruppo prevede un taglio di 1.050 sportelli su tutto il territorio nazionale.
E non sembra ci sia alcuna intenzione di investire su nuove assunzioni per bilanciare le consistenti uscite attraverso pensionamenti, esodi e dimissioni”.
Così le rappresentanze sindacali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca-Uil e Unisin del Trentino Alto Adige che per oggi hanno indetto sciopero per tutta la giornata con presidio dei lavoratori davanti alla sede di Intesa Sanpaolo di Trento.
“Il tutto avviene senza che a questa diminuzione di risorse corrisponda una altrettanto importante diminuzione dei risultati richiesti a chi è rimasto – fanno sapere i sindacati -.
Oggi in Trentino Alto Adige lavorano circa 320 dipendenti, suddivisi nelle 40 filiali, punti vendita e direzione.
“La banca nel momento di massima espansione, vantava in regione oltre 60 filiali tra quelle dedicate ai privati e quelle rivolte alle imprese – ricordano i sindacati -.
Di queste filiali, alcune delle quali storiche, ne rimangono oggi una trentina, destinate fatalmente a diminuire ancora. Conseguenza di questa politica è l’aumento del disagio di lavoratrici e lavoratori, spesso costretti a lunghi spostamenti da una località all’altra per recarsi sul posto di lavoro, l’aumento dei carichi di lavoro, con il rischio di un servizio meno efficiente nei confronti della clientela”.