“Sono sempre stato un sognatore”, ha twittato Richard Branson, il miliardario fondatore della Virgin Galactic che nei giorni scorsi ha affrontato il suo primo volo suborbitale. “E’ quello il momento in cui ho trasformato il sogno in realtà“, ha scritto ancora su Twitter. Ha ragione a parlare in prima persona perché, degli otto turisti spaziali che hanno volato finora, è il primo ad affrontare un volo a bordo di un suo veicolo, nel quale ospita dei passeggeri.
Battuto sul tempo di appena nove giorni, si prepara a fare la stessa cosa un altro miliardario, Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, che il 20 luglio ha in programma di partire con la New Shepard, la navetta costruita dalla sua azienda, la Blue Origin. E’ stata una corsa all’annuncio più clamoroso, nella quale Bezos ha puntato prima su una data memorabile, il 20 luglio simbolo dello sbarco sulla Luna, e poi ha giocato la sua carta più originale: la pioniera dell’aviazione Wally Funk, 82 anni, sarebbe stata fra i suoi passeggeri.
Il primo a volare, però, è stato Branson e le immagini delle tute azzurre che sanno di futuro che ha indossato il suo equipaggio hanno già fatto il giro del mondo. A bordo c’erano i piloti Dave MacKay e Michael Masucci, l’istruttrice Beth Moses, l’ingegnere Colin Bennett e la vicepresidente della Virgin per gli Affari governativi e la ricerca Sirisha Bandla. In nessuno dei due casi sarà un volo fra le stelle: Branson ha intersecato e altrettanto farà Bezos, la traiettoria con quella dell’atmosfera per poi rientrare a Terra. La novità è che il fondatore di Amazon come Branson lo farà con una sua vettore, segnando un cambiamento radicale a 20 anni dal primo volo di un turista spaziale. Il primo a pagare un biglietto per andare nello spazio era stato il miliardario americano Dennis Tito, che il 28 aprile 2001 era partito con una navetta russa Soyuz alla volta della Stazione Spaziale, a bordo della quale era rimasto per otto giorni.
Hanno acquistato un costosissimo seggiolino della Soyuz, spendendo come minimo 20 milioni di dollari, anche i sette successori di Tito, fra i quali l’imprenditrice di origine iraniana Anousheh Ansari, finora l’unica donna nel breve elenco dei turisti spaziali. Il soggiorno più lungo sulla Stazione Spaziale (13 giorni), è stato quello dell’americano Richard Garriott e l’ultimo ad avere una camera con vista sulla Terra è stato nel 2009 il canadese Guy Laliberté, uno dei fondatori del Cirque du Soleil.
Da allora una lunghissima pausa imposta dall’uscita di scena dello Space Shuttle, che aveva fatto della Souyz l’unico mezzo per portare uomini nello spazio e garantire l’avvicendamento degli equipaggi sulla Stazione Spaziale. Le cose sono cambiate con l’arrivo dei privati, a partire dalla collaborazione con la Nasa della SpaceX di Elon Musk, ma non solo: imprenditori come Branson e Bezos hanno deciso di investire nel turismo spaziale e nei mezzi per realizzarlo.
Il turismo spaziale è ancora per pochi, considerando che secondo stime recenti il costo di un biglietto potrebbe aggirarsi fra 250.000 e 500.000 dollari, ma missioni come quelle di Branson e Bezos sono il primo passo verso qualcosa di diverso, che nel giro di pochi anni potrebbe rendere i voli suborbitali molto più comuni ed economicamente accessibili di quanto non lo siano oggi.
Fabio Gigante