La Ruota dell’Anno è un antico ciclo di festività che scandisce il tempo nelle culture pagane celtiche, legate alla natura e ai suoi cicli stagionali. Le celebrazioni pagane si basavano sull’osservazione della natura e dei cicli cosmici, con l’intento di onorare il mutare delle stagioni e l’interazione tra gli uomini e le forze della Terra.
Questo calendario celebra otto festività principali, ognuna delle quali segna un momento importante del ciclo agricolo e spirituale:
Samhain (31 ottobre – 1 novembre) è la festa che segna la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. È il momento dell’anno in cui il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti è più sottile, e si riteneva che gli spiriti potessero attraversarlo più facilmente. Era un periodo di grande introspezione, ma anche di festeggiamenti per i raccolti conclusi. Antichi riti: si accendevano falò per allontanare gli spiriti maligni, si lasciavano offerte per gli antenati e si organizzavano banchetti in loro onore. Si pensava che il confine tra il mondo terreno e quello spirituale fosse così sottile da permettere comunicazioni con i defunti. Correlazioni con la Sicilia: a Palermo, esiste ancora oggi la tradizione della “Festa dei Morti”, che si svolge il 2 novembre. In questa giornata, le famiglie onorano i loro defunti con doni e prelibatezze. Anche qui, come in Samhain, c’è un profondo legame tra il mondo dei vivi e dei morti, con l’idea di un ritorno simbolico degli spiriti degli antenati che portano doni ai bambini.
Yule (21 dicembre) è la celebrazione del solstizio d’inverno, il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno. In questo momento si celebra la rinascita del sole, un nuovo inizio, poiché da questo momento in poi i giorni iniziano ad allungarsi. Antichi riti: si accendevano candele e fuochi per celebrare il ritorno della luce e del sole. Simboli di rinascita come l’albero sempreverde (l’odierno albero di Natale) venivano decorati. Correlazioni con la Sicilia: in Sicilia, il solstizio d’inverno era tradizionalmente legato a riti di purificazione e rinascita. A Caltagirone, ad esempio, si accendono ancora oggi falò per festeggiare il nuovo anno solare. Il legame con il fuoco come simbolo di vita e rigenerazione si riflette nelle tradizioni locali che, anche se cristianizzate, mantengono tracce di antichi riti pagani.
Imbolc (1 febbraio) è la festa della luce e della purificazione, e segnava l’inizio della primavera. In questo periodo, si onorava la dea Brigid, patrona della guarigione, della poesia e della fertilità. Antichi riti: si accendevano candele per celebrare l’allungarsi delle giornate. Si purificavano le case e si facevano preghiere per assicurare la fertilità dei campi e degli animali per la nuova stagione. Correlazioni con la Sicilia: il giorno della Candelora (2 febbraio) è molto celebrato in Sicilia, soprattutto in città come Catania, con la festa di Sant’Agata. I riti legati alla purificazione e alla luce (il fuoco delle candele) riflettono chiaramente il tema di Imbolc, segnalando una continuità tra la tradizione pagana e quella cristiana.
Ostara (21 marzo) è l’equinozio di primavera, un momento di equilibrio tra luce e oscurità. In questo periodo si festeggia la fertilità e la rinascita della natura. Antichi riti: si celebrava il ritorno della fertilità alla terra, con rituali di semina e feste dedicate alla rinascita della vita. Uova e conigli, simboli di fertilità, erano elementi centrali dei festeggiamenti. Correlazioni con la Sicilia: in Sicilia, la Pasqua, che si celebra a poca distanza dall’equinozio di primavera, conserva antichi riti che simboleggiano la rinascita. A Trapani, ad esempio, i “Misteri” rievocano il ciclo morte-rinascita, legato sia alla passione di Cristo che ai cicli agricoli. L’uso delle uova pasquali ha radici che possono essere fatte risalire ai simboli di fertilità di Ostara.
Beltane (30 aprile – 1 maggio) è la festa della fertilità e della vitalità, celebrata a maggio, quando la natura è rigogliosa e pronta a esplodere di vita. I fuochi di Beltane venivano accesi per invocare protezione e buona fortuna per i raccolti e gli animali. Antichi riti: si saltava sopra i falò per purificarsi e assicurarsi prosperità. Venivano celebrate unioni simboliche tra l’energia maschile e femminile della terra. Correlazioni con la Sicilia: il Primo Maggio in Sicilia, oltre ad essere la Festa dei Lavoratori, ha anche antiche radici legate alla celebrazione della natura. A Piana degli Albanesi, ad esempio, si celebrano feste pastorali che ricordano l’antico legame tra l’uomo e la natura, sebbene cristianizzate.
Litha (21 giugno) o il solstizio d’estate, è il giorno più lungo dell’anno. È un momento di grande energia, quando la luce raggiunge il suo culmine. Antichi riti: i falò erano centrali nei festeggiamenti, simboli della potenza del sole al suo massimo splendore. Si facevano offerte alla natura, e si ringraziava per l’abbondanza dei raccolti imminenti. Correlazioni con la Sicilia: in Sicilia, le celebrazioni del solstizio d’estate sono state in gran parte cristianizzate nella festa di San Giovanni Battista (24 giugno), caratterizzata da fuochi rituali che vengono accesi in diverse città, come a Siracusa. I falò di San Giovanni riflettono chiaramente l’antica tradizione dei falò di Litha.
Lammas/Lughnasadh (1 agosto) è la festa del primo raccolto, dedicata al dio celtico Lugh, patrono delle arti e della luce. Segna l’inizio della stagione della mietitura. Antichi riti: si celebravano banchetti con i primi prodotti raccolti, in particolare il grano. I contadini ringraziavano gli dei per il raccolto e chiedevano la loro protezione per il resto della stagione. Correlazioni con la Sicilia: il culto della mietitura ha profonde radici in Sicilia, una terra famosa per la produzione di grano. A Piazza Armerina, ogni anno, si svolgono celebrazioni che commemorano il lavoro agricolo e la raccolta del grano, riflettendo il legame profondo tra le tradizioni agricole e la festa del raccolto celtica.
Mabon (21 settembre) è l’equinozio d’autunno, momento di equilibrio tra luce e oscurità e tempo di ringraziamento per i frutti della terra. Antichi riti: si organizzavano feste di ringraziamento per i raccolti. Era un periodo di riflessione e preparazione per i mesi invernali, con rituali di bilanciamento e armonia. Correlazioni con la Sicilia: le celebrazioni della vendemmia in Sicilia, come quelle nelle zone di Marsala, rappresentano un chiaro esempio di festività legate al ringraziamento per i frutti della terra, simili ai riti di Mabon. Anche qui si celebra l’abbondanza e ci si prepara per l’arrivo dell’inverno.
In conclusione, la Ruota dell’Anno celtica mostra sorprendenti punti in comune con le tradizioni antiche siciliane. In Sicilia, molte festività sono state cristianizzate, mantenendo forti radici nei cicli della natura e nelle antiche tradizioni contadine, nella celebrazione del raccolto, del fuoco e della luce, così come il rispetto per il proprio territorio.
A cura di Valentina Stelluccio.
Allieva del corso di “Tecnico della comunicazione mediale”.
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