Grande successo per la seconda serata concertistica dedicata a Santa Rosalia.

A Palazzo Belmonte Riso ancora una volta tutto esaurito. Sul palco un ensemble di fiati

Grande successo per la seconda serata concertistica dedicata a Santa Rosalia. A Palazzo Belmonte Riso ancora una volta tutto esaurito. Sul palco un ensemble di fiati.

Ieri, 22 settembre, alle ore 21:00, sempre all’interno della splendida cornice di Palazzo Belmonte Riso di Corso Vittorio Emanuele, si è tenuto il secondo appuntamento concertistico, dal titolo “Rosa, Rosalia Patrona di Pace”, nell’ambito del festival “Al Riso c’è Rosa che prevede ancora degli eventi fino al prossimo 19 ottobre 2024.

Il concerto ha visto esibirsi un ensemble di cinque fiati e una soprano, coordinato dal Maestro Salvatore Ferraro, che ha eseguito dei brani tradizionali siciliani, intercalati da poesie, come quella scritta da Ivana D’Angelo e letta con enfasi da Angela Angelini, nonché narrazioni che hanno evocato, sempre e comunque, la figura di Santa Rosalia, raccontando la sua vita sia da nobile donna che da eremita.

Oltre all’Inno a Santa Rosalia sono stati interpretati dei brani legati alla nobile origine della Santa, come La passeggiata del re, nonché composizioni contemporanee come il Tango della gelosia e il tango argentino El Choco. Non sono mancate esibizioni in ricordo di Sacco e Vanzetti, ad esempio, con Il brano Speranza di Libertà  oltre a composizioni celebri come La vita è bella. Presenti nella scaletta anche alcune composizioni di Ennio Morricone.

A spiegare il filo conduttore di questo secondo appuntamento all’insegna della cultura, della musica e della sicilianità, il direttore artistico del Festival Francesco Panasci: “L’ intento è quello di portare avanti la cultura in tutte le sue forme, anche riscoprendo gioielli come palazzo Riso che ospita la rassegna. Non bisogna parlare di musica intesa come componentistica di note che viaggiano sul nostro universo ma come strumento per arrivare con il loro linguaggio a tutti noi. Il messaggio che vogliamo diffondere non è solo culturale. La musica deve avvicinare tutte quelle persone che non riescono a partecipare e vivere momenti belli. La musica deve essere vista anche come socialità”.

Presente all’evento, seduto in prima fila, dando eco alle parole di Francesco Panasci, Padre Giuseppe Bucaro, direttore dei Beni Culturali della Diocesi: “In questi 400 anni di anniversario per le attività che si sono realizzate per ricordare la nostra Padrona mi sembra che qualcosa rimarrà per le prossime generazioni. Diverse attività sono state pensate e realizzate per dare un segnale al nostro futuro. Collegare il passato con il futuro è storia, ma allo stesso tempo l’arte deve essere vista in prospettiva. La bellezza si racconta e si crea e in quanto tale diventa la nostra storia ma bisogna creare bellezza per cambiare all’interno noi stessi, per renderci migliori. La bellezza deve diventare contagiosa ed è questo l’obiettivo che bisogna raggiungere”.

Gli artisti che si sono esibiti con la conduzione di Marianna Costantino davanti un pubblico straordinario che ha riempito, ancora una volta, tutto l’atrio del Museo Riso fanno parte di un ensemble di fiati formato da Totò Ferraro (oboe e narrazione), Giovanni La Mattina (clarinetto), Antonio Lo Presti (fagotto), Tommaso Santangelo (corno) e Rose Marie Soncini (flauto). Gli stessi sono stati accompagnati dal soprano Margherita Santangelo.

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