Palermo grida giustizia per Aron: la battaglia per i diritti degli animali continua
Palermo 12 febbraio 2024 – “Chi ha ucciso Aron legandolo a un palo e dandogli fuoco, è libero di fare quello che vuole”. Lo ha detto Enrico Rizzi, influencer per i diritti degli animali, che ieri, a un mese di distanza dalla tragedia di via delle Croci, è tornato a Palermo per denunciare, assieme a centinaia di persone, la mendacità della legge che dovrebbe proteggere gli animali.
Palermo, 12 febbraio 2024 – La città di Palermo si è unita in un grido di protesta contro l’impunità e l’inefficacia delle leggi a tutela degli animali, in seguito all’atroce episodio che ha visto la morte di Aron, un pit bull brutalmente ucciso. A un mese di distanza dal tragico evento di via delle Croci, Enrico Rizzi, noto influencer e attivista per i diritti degli animali, ha guidato una manifestazione per denunciare le lacune di una legislazione che si rivela inefficace nel proteggere i più indifesi.
Il corteo, che ha preso il via sabato scorso da piazza Verdi, ha percorso le strade della città fino a raggiungere il luogo dove Aron è stato tragicamente avvolto dalle fiamme. La manifestazione ha visto la partecipazione di centinaia di persone, tra cui il deputato nazionale Francesco Borrelli e Ismaele La Vardera, vice presidente della Commissione regionale antimafia, uniti nel richiamo a un urgente bisogno di riforma legislativa.
La legge 189/04, introdotta con l’intento di contrastare il maltrattamento degli animali, è stata al centro delle critiche per la sua presunta inefficacia. “La legge contro i maltrattamenti degli animali è una presa in giro,” ha affermato Rizzi, sottolineando come le pene previste siano troppo miti per costituire un reale deterrente contro atti di crudeltà. La manifestazione ha portato alla luce le numerose falle di un sistema che, a vent’anni dalla sua introduzione, sembra non aver compiuto significativi passi avanti nella protezione degli animali.
Il caso di Aron non è solo una tragedia isolata, ma simbolo di una problematica più ampia che riguarda la società nel suo complesso. Le telefonate di allarme fatte da cittadini preoccupati, rimaste inevase, e la successiva denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo evidenziano un sistema di risposta inadeguato di fronte a situazioni di emergenza.
La manifestazione si è conclusa con un toccante minuto di silenzio in memoria di Aron, nel luogo dove ha perso la vita in modo così barbaro. Questo momento ha rappresentato non solo un omaggio alla sua memoria, ma anche un rinnovato impegno nella lotta per i diritti degli animali.
La battaglia per una giustizia effettiva e per leggi più severe continua, alimentata dalla speranza che tragedie come quella di Aron non debbano più ripetersi. La comunità di Palermo, insieme agli attivisti provenienti da tutta Italia, dimostra di non voler restare in silenzio di fronte all’ingiustizia e alla violenza sugli animali, chiedendo a gran voce cambiamenti legislativi concreti e pene più severe per chi si macchia di tali crimini.
Per maggiori informazioni e per unirsi alla causa: 350 0577409.