Trentennale delle stragi: Giuseppe Costanza, l’autista del giudice Falcone sopravvissuto alla strage
il 23 maggio alle 10 incontra gli studenti palermitani a Palazzo Comitini
La conoscenza e l’istruzione sono il primo passo per la libertà e l’indipendenza; ecco perché Giuseppe Costanza, autista e uomo di fiducia di Giovanni Falcone, sopravvissuto all’attentato nel quale il giudice ha perso la vita insieme alla moglie e alla scorta, nel trentennale dalle stragi ha voluto di incontrare una rappresentanza delle scuole di Palermo.
Lunedì 23 maggio con inizio alle ore 10 nella Sala Martorana di Palazzo Comitini (sede dell’ex Provincia regionale di Palermo, in via Maqueda) una rappresentanza di studenti provenienti dall’Istituto Cassarà, diretto da Daniela Crimi e dalla scuola di Roccella, accompagnati da Don Ugo Di Marzo, incontrerà il giudice Giovanni Falcone attraverso le parole e i ricordi di Giuseppe Costanza, l’uomo che per otto anni lo ha seguito fedelmente nella sua attività quotidiana. L’incontro sarà arricchito dalla proiezione di un video che farà conoscere agli studenti preziose pagine della nostra storia più recente che testimoniano il contributo dato dalla Sicilia nel contrasto alla mafia per l’affermazione della legalità.
L’iniziativa è stata organizzata dalla “Fondazione Costanza” in collaborazione con l’Associazione Nazionale del Fante, presieduta da Vincenzo Maniaci, dalle Patronesse Assofante con la neo presidente Mariella Spagnolo e da Zonta International Palermo Zyz, organizzazione che si batte a fianco delle donne e dei minori per contrastare le discriminazioni e costruire contesti sociali di sviluppo ispirato al rispetto e alla legalità, con la sua presidente Maria Giambruno La Porta. A coordinare i lavori l’Avv. Isotta Cortesi, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia che da anni segue Giuseppe Costanza nel suo desiderio di battersi a fianco dei ragazzi contro la dispersione scolastica e l’illegalità.
Testimone vivente dell’attentato del 1992, Giuseppe Costanza ha condiviso per otto anni la quotidianità con il Giudice Giovanni Falcone del quale potrà trasferire la memoria delle piccole cose di ogni giorno insieme alla tensione morale e alle grandi doti umane e professionali del giudice simbolo della sicilia che non si piega. Ma soprattutto potrà trasferire ai giovani siciliani l’amore che Giovanni Falcone aveva per la sua terra, la Sicilia, e per i giovani, nei quali vedeva speranza di futuro, libertà e riscatto.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio e una fine” era solito dire Giovanni Falcone, proprio sottolineando come un’azione costante di contrasto e l’educazione alla legalità siano strumenti necessari per ridurre l’impatto sociale della mafia che proprio nelle sacche del disagio sociale e nell’ignoranza trova “manovalanza”.
Giuseppe Costanza presenterà anche la “Fondazione Costanza” e i suoi obiettivi grazie alla quale continuerà l’opera di testimonianza e contrasto alla dispersione scolastica che porta avanti ormai da anni con la sua presenza nelle scuole di tutt’Italia in modo da tener vivo il nome e il sacrificio di Giovanni Falcone e della sua idea che “uniti si vince” praticata attraverso l’esperienza del Pool antimafia.
Da ultimo, lo scorso 6 maggio, in occasione delle celebrazioni del trentennale di Capaci e Via D’Amelio, Giuseppe Costanza ha partecipato nell’aula Bunker di Palermo alla presenza del Capo dello Stato, Presidente Sergio Mattarella, alla cerimonia di commemorazione insieme agli altri sopravvissuti delle stragi e ai familiari delle vittime. E il 12 maggio ha incontrato gli studenti di Napoli alla presenza della massime autorità cittadine e istituzionali.
Di seguito il saluto che Giuseppe Costanza ha inviato per il premio giornalistico “ Piersanti Matarella” e che verrà letto nel corso della giornata:
“Signori e signore, Autorità presenti, candidati e premiati ,
nell’impossibilità di partecipare personalmente a questo prestigiosissimo premio, vi porgo il mio sentito ringraziamento per avermi comunque permesso di esprimere i miei più sentiti complimenti per questa iniziativa, di cui condivido ed apprezzo le finalità .
Corre l’obbligo ricordare – nel trentesimo della ricorrenza delle stragi di Capaci e Via D’Amelio-, come oggi più che mai sia importante combattere la cultura e la mentalità mafiosa,.
La cultura mafiosa ha cambiato pelle, metodi , si è attualizzata e si serve di nuovi strumenti più sofisticati. Ma non ha cambiato l’obiettivo. Asservire al proprio potere ed ai propri fini le persone, cavalcando l’ignoranza e la povertà, usando soprattutto il giogo della povertà per arruolare nuovi affiliati, oppure sfruttando la sete di potere e di denaro di persone, anche acculturate, ma senza scrupoli, più preoccupate dell’immediato ed egoistico appagamento nel presente – per questo inclini ad usare scorciatoie illecite- che del futuro di questa bella terra, la Sicilia e della Nazione di cui è parte.
E’ dall’esempio di persone come Piersanti Mattarella che dobbiamo partire.
Un esempio a cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno guardato in più occasioni.
Giovanni Falcone ha cercato di arrivare ad individuare gli assassini del fratello del nostro amatissimo Presidente, senza poter giungere a compimento del suo incarico.
La mia esperienza di vicinanza con Giovanni Falcone , passata anche attraverso la conoscenza di figure come Rocco Chinnici ed Antonino Caponnetto, mi ha insegnato che la mafia non si combatte da soli. Il Pool Antimafia e quindi il coordinamento ed il gioco di squadra, sono stati il segreto che ha permesso di raggiungere i più importanti risultati. Non a caso con lo smantellamento del Pool Antimafia è stata azzoppata la lotta alla mafia e con essa è stata messa in pericolo la speranza di tanti giovani siciliani ed italiani in un futuro migliore e più giusto.
Solo dopo il sacrificio estremo, che è costato la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, lo Stato ha alzato la testa e si è data attuazione ad una parte delle tante riforme e dei tanti progetti che Falcone aveva indicato e proposto.
Oggi quindi e più che mai , la lotta alla mafia deve essere un gioco di squadra, dove l’associazionismo, le forze dell’ordine e la politica devono essere coesi e complementari, mettendo da parte personalismi , ideologie individualiste e manie di protagonismo: dove l’azione di contrasto deve essere unica e coordinata in tutti i campi, da quello culturale a quello della formazione scolastica fino a giungere alla politica.
Perché unici devono essere i valori e gli obiettivi. La giustizia ed il bene comune, la volontà di dare , ai giovani siciliani e non, un futuro di prosperità e libertà.
Vi ringrazio per avermi concesso di poter esprimere il mio pensiero e rinnovo i miei complimenti per la vostra iniziativa, sperando in un prossimo futuro di poter collaborare con voi e con tante altre realtà in progetti comuni e di largo respiro”. Giuseppe Costanza