La stupidità umana e i fuochi d’artificio: bombe di Capodanno e minori a rischio
Un approfondimento sugli incidenti causati dai botti di fine anno: Palermo e la Sicilia al centro di un bilancio preoccupante.
Il bilancio in Italia: incidenti e feriti
1 gennaio 2025 – Come ogni anno, il Capodanno in Italia si è concluso con un bilancio pesante legato all’uso di fuochi d’artificio. I Vigili del Fuoco hanno effettuato circa 900 interventi in tutta la penisola per incendi e danni causati dai botti. Tra le città più colpite si segnalano Napoli, dove si sono registrati 36 feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi, e Milano, che ha visto numerosi episodi di disordini legati all’esplosione di petardi.
Nonostante gli sforzi delle autorità per limitare i danni, i botti continuano a rappresentare un problema di sicurezza pubblica e una fonte di pericolo, specialmente per i più giovani. In Germania, i festeggiamenti hanno avuto esiti tragici, con cinque morti dovuti all’esplosione di materiale pirotecnico.
Sicilia: focus sugli incidenti
Palermo e provincia: Nonostante il sindaco Roberto Lagalla avesse emesso un’ordinanza per vietare l’uso di botti dal 30 dicembre al 2 gennaio, sono stati riportati numerosi incidenti. Quattro giovani sono stati ricoverati al Policlinico per lesioni causate dall’esplosione di petardi. L’inosservanza del divieto dimostra quanto sia difficile contrastare l’uso indiscriminato di fuochi d’artificio, spesso considerati un elemento tradizionale dei festeggiamenti, ma che si rivelano pericolosi, soprattutto se maneggiati da minorenni.
Catania: Le autorità hanno sequestrato 800 kg di fuochi d’artificio illegali in un appartamento nel quartiere San Cristoforo, arrestando un uomo di 40 anni. Questi materiali, spesso fabbricati artigianalmente, sono altamente pericolosi e rappresentano una minaccia non solo per chi li utilizza, ma anche per chi vive nelle vicinanze dei luoghi di stoccaggio.
Siracusa: Un uomo è stato arrestato dopo essere stato trovato in possesso di 35 kg di materiale pirotecnico non certificato. Il sequestro includeva fuochi d’artificio di fabbricazione artigianale, altamente esplosivi e senza alcuna garanzia di sicurezza.
Messina: Un grave incidente è avvenuto a Messina, dove un’esplosione in una fabbrica di fuochi d’artificio nel rione Bordonaro ha causato gravi ustioni a tre persone, tra cui i proprietari e un loro familiare. Questo evento drammatico mette in luce i rischi elevati non solo per i consumatori, ma anche per chi produce o commercia questi materiali.
Le ordinanze ignorate e la necessità di maggiore controllo
In molte città italiane, i sindaci hanno cercato di limitare i danni con ordinanze specifiche per vietare l’uso di fuochi d’artificio. A Palermo, Catania e Siracusa, le amministrazioni locali avevano previsto sanzioni salate per chi non rispettava i divieti, ma l’efficacia di queste misure è stata compromessa dalla difficoltà di effettuare controlli capillari.
Le autorità, inoltre, devono fare i conti con un fenomeno ancora più pericoloso: la vendita e il commercio di fuochi d’artificio illegali. Spesso si tratta di materiali privi di certificazione, che possono causare danni devastanti. Non è un caso che ogni anno si contino vittime e feriti per l’esplosione di petardi non regolamentati.
Sensibilizzare e prevenire: un percorso ancora lungo
Gli incidenti registrati quest’anno evidenziano la necessità di avviare campagne di sensibilizzazione più incisive per educare i cittadini, soprattutto i giovani, sui rischi connessi all’uso di fuochi d’artificio. Questi dispositivi, che molti considerano innocui strumenti di festa, possono trasformarsi in vere e proprie “bombe” se utilizzati in modo improprio.
Promuovere feste senza botti, rafforzare i controlli sul territorio e intensificare le sanzioni per chi non rispetta le regole sono passi fondamentali per ridurre il bilancio delle vittime e dei feriti durante le celebrazioni.
I genitori colpevoli
La responsabilità degli incidenti legati ai fuochi d’artificio ricade spesso anche sui genitori, che in molti casi si dimostrano distratti o addirittura complici, consentendo ai propri figli, talvolta minorenni, di maneggiare questi dispositivi pericolosi, sottovalutandone i rischi o banalizzandone l’uso.