Malato da tempo, si è spento stamattina a 59 anni dopo aver lottato contro una malattia. Tante le sue battaglie per la Missione di Speranza e Carità. Papa Francesco, dopo la messa al Foro Italico, lo raggiunse per il pranzo in via Decollati. Nel 2014 il miracolo: dopo un’immersione nelle acque di Lourdes si alzò dalla sedia a rotelle e cominciò a camminare. Il fratello laico che ha speso tutta la vita per la Missione di via Decollati, una comunità che nel giro di pochi anni è diventata un punto di riferimento per tutti quei palermitani, ma anche stranieri stretti in condizioni di povertà ed emarginazione.
Figlio di imprenditori edili palermitani, ad appena 3 anni inizia a frequentare un collegio di suore in Svizzera per poi essere trasferito, qualche anno più tardi, nel collegio di San Martino delle Scale. Abbandonata la scuola media appena 16enne, lavora nell’impresa di famiglia, ma dopo una crisi spirituale si allontana dalla sua città e si trasferisce a Firenze dove inizia a vivere come eremita. Tornato nell’entroterra siciliano, inizia un cammino a piedi verso Assisi. I familiari lo danno per disperso. Si appellano alla trasmissione “Chi l’ha visto?”. Sarà lo stesso Biagio Conte, noto per il suo carattere riservato e a tratti spigoloso, a informare la sua famiglia in diretta tv del suo cammino. Una volta tornato, si trasferisce in Africa come missionario, ma il richiamo della sua Palermo è sempre più forte. Il suo cuore infatti è sempre stato vicino a quello dei senzatetto. Il suo conforto – attraverso la missione, le proteste e il digiuno – è ciò che vuole portare a chi vive in condizione precarie.
E i primi a cui Fratel Biagio dedica le sue energie sono i clochard della stazione centrale di Palermo. Grazie alle sue battaglie, riesce a usufruire di alcuni locali in via Decollati e a dare una casa a chi non ce l’ha. E’ lì che fonda nel 1993 la Missione di speranza e carità che oggi accoglie più di 400 persone in difficoltà. “La scomparsa di Biagio Conte – dichiara il sindaco Roberto Lagalla – lascia un vuoto incolmabile a Palermo. Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere. Resterà per me indimenticabile l’ultimo incontro di pochi giorni fa con Biagio Conte, durante il quale mi ha raccomandato di non dimenticare mai i poveri. Di fatto, un’eredità lasciata alla città da custodire con senso di responsabilità. È con questo spirito che l’amministrazione e la nostra comunità devono stare vicini alla Missione Speranza e carità che continuerà a essere un punto di riferimento per Palermo anche se da oggi dovrà fare a meno del suo fondatore, della sua guida che resterà comunque fonte di ispirazione per tutti noi”.
Fabio Gigante