Anche gli USA dopo l’Italia lanciano l’operazione “Allies Refuge” per salvare dai Talebani gli afghani che hanno lavorato con le forze armate e i diplomatici. “Lo scopo – secondo quanto riportato da Difesa&Sicurezza – è metterli in salvo dalle rappresaglie dei talebani, che stanno progressivamente avanzando in diverse aree del paese asiatico. In tutto sono state presentate circa 18.000 domande per ottenere lo Special Immigrant Visa (SIV) dagli Usa. Processarle tutte, però, richiederà molto tempo. Ecco perché intanto i richiedenti saranno ospitati presso basi militari su suolo americano o comunque all’estero.
Per Washington c’è il rischio di non riuscire a gestire l’ondata degli afghani ai quali ha promesso asilo politico: per questo motivo Mario Draghi, dopo la telefonata di due giorni fa con il Presidente Joe Biden, ha messo a disposizione le basi americane in Italia per il tempo necessario per organizzare il trasferimento negli Stati Uniti.
I primi tre aerei sono atterrati sulla pista della base americana di Aviano, in Friuli. Altri sono atterrati ieri pomeriggio alla NAS (Naval Air Station) di Sigonella, in Sicilia. Nel Tweet della Base della Marina Militare Americana, situata nella piana di Catania, si legge: “Siamo stati indirizzati a sostenere l’evacuazione sicura di cittadini statunitensi, richiedenti un visto speciale per immigrati e afghani vulnerabili. Prevediamo di accogliere i primi sfollati già questo pomeriggio e stiamo lavorando in piena collaborazione e consultazione con i nostri ospiti italiani”. Sigonella avverte che nei prossimi giorni potranno esserci carenze di beni alimentari all’interno dell’area militare. Allo stesso tempo chiede un aiuto ai volontari che intendono dare una mano per l’accoglienza dei profughi afghani. Washington con questa mossa mette in evidenza la difficoltà che sta incontrando nell’effettuare le evacuazioni degli afghani dal Paese ormai in mano ai Talebani.
Per evacuare i cittadini americani dall’Afghanistan gli Stati Uniti hanno attivato per la terza volta nella storia il programma CRAF (Civil Reserve Air Fleet). Attivato nel 1952 dopo il ponte aereo da Berlino le compagnie aeree commerciali statunitensi mettono a disposizione del Pentagono alcuni dei loro velivoli entro non meno di 24 ore dall’attivazione da parte della Casa Bianca. Secondo i dati dell’esercito americano ad agosto 2021 il programma Craf può contare su un totale di 24 aviolinee e una flotta complessiva di 450 aeromobili commerciali: 268 in grado di coprire tratte intercontinentali, 145 per collegamenti internazionali e 37 per quelli nazionali. In questo momento il livello di allarme è il primo, il più basso, che riguarda le “crisi regionali minori” e “l’«assistenza umanitaria/operazioni di soccorso in caso di catastrofe”. Ci sono poi la fase 2 (utilizzata per i grandi teatri di guerra) e la fase 3 (per i periodi di mobilitazione nazionale).
Per coprire le rotte intercontinentali risultano iscritte queste compagnie: ABX Air, Air Transport International, American Airlines, Amerijet International, Atlas Air, Delta Air Lines, Federal Express Airlines, Hawaiian Airlines, Kalitta Air Cargo, National Airlines, Omni Air International, Polar Air Cargo, United Air Lines, UPS e Western Global. In pratica il governo statunitense ricorre alle compagnie aeree tradizionali per questo genere di missioni dopo quelle durante la Guerra del Golfo (agosto 1990-maggio1991) e l’operazione Iraqi freedom (febbraio 2002-giugno 2003).
Il segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin, ha infatti attivato il primo livello, chiedendo al momento 18 aeromobili a 6 compagnie aeree: quattro a United Airlines, tre ciascuno ad American Airlines, Atlas Air, Delta Air Lines e Omni Air, due ad Hawaiian Airlines. Il portavoce John Kirby ha specificato che gli aerei non atterreranno all’aeroporto di Kabul: gli afghani lasceranno il Paese a bordo dei velivoli militari per atterrare negli scali delle varie basi statunitensi dislocate nel mondo, Europa compresa.
Per ora si parla di Germania, Italia, Qatar e Bahrein. Da lì si imbarcheranno sui 18 aeromobili con destinazione Stati Uniti. Secondo la Casa Bianca, nelle ultime 24 ore, circa 3.900 persone sono state evacuate da Kabul su 35 aerei della coalizione, comprese le compagnie aeree commerciali, e altre 3.900 su 23 voli militari statunitensi. Dal 14 agosto, ha aggiunto, sono state evacuate in totale circa 25.100 persone.
Fabio Gigante