Mentre la guerra devasta l’Ucraina, la NATO si prepara ad avviare in Norvegia la sua più grande esercitazione dell’anno, pianificata da tempo, per dimostrare la sua capacità di venire in soccorso, se necessario, dei Paesi nordici. La “Cold Response 2022” si svolgerà dal 14 marzo all’1 aprile, e coinvolgerà 30mila soldati, 200 aerei e 50 navi provenienti da 25 Paesi. Tra queste, anche Finlandia e Svezia, che pur non essendo parte dell’Alleanza Atlantica, lo sono de facto, essendo partner strategici. Ma la loro presenza è ancora più importante dopo la fibrillazione e le minacce russe ricevute negli ultimi giorni.
I soldati dovranno dimostrare di essere in grado di combattere a terra, in mare e in aria nel gelido clima dell’Artico, anche alle alte latitudini. Lo scopo è anche quello di testare l’abilità delle forze armate dei vari membri per proteggere la Norvegia (e l’area circostante) dalle attuali minacce, ma anche di mettere in pratica particolari capacità di combattimento nel Mar di Norvegia e nel Mare di Barents.
Come descritto sul sito web ufficiale della NATO, l’addestramento in Norvegia consente alle truppe di “esercitare le proprie abilità operando in ambienti estremi e accidentati, dai fiordi ghiacciati ai mari tremanti alle montagne incrostate di ghiaccio”. L’esercitazione Cold Response, dal carattere “puramente difensivo”, è stata debitamente comunicata a Mosca, dal cui territorio manterrà un’adeguata distanza. Il capo delle operazioni del comando norvegese, il generale Yngve Odlo, che dirige le manovre ha incontrato il vice ammiraglio Aleksandr Moiseyev, comandante della flotta settentrionale, ma la Russia si è rifiutata di inviare osservatori.
La Cold Response 2022 sarà collegata a Brilliant Jump 2022, l’esercitazione iniziata il 28 febbraio e addestra la prontezza e la mobilità della Very High Readiness Joint Task Force, la punta di diamante della NATO Response Force.
Fabio Gigante